Pedro Navaja Soundmachine – I Grita La Noche!(Autoproduzione)

Musica che parla del mondo, musica che viene dal mondo, una parte di noi che lascia il cuore in un paesaggio caro, colorato e caldo, dove quello che vedi e quello che respiri resta dentro senza lasciarci più, resta dentro come una canzone a cui non puoi rinunciare, resta dentro un’anima e la bellezza dell’universo, una bellezza immutata nel tempo che ci da la possibilità di essere noi stessi.

Musica latina quindi, impreziosita dal folk e dall’improvvisazione che si apre nei cieli, apre lo spazio e regala attimi di luce in una festa che non ha fine, la madre terra che ritorna nostra e rende tutto più semplice e vero, una capacità espressiva che ingloba e ci fa essere diversi, in un mondo che stenta ad usare la fantasia per affrontare il futuro.

Una super band  questa proveniente da Genova che si autoproduce un disco che ha il sapore di un mondo lontano, Pedro Navaja Soundmachine si muove in modo esemplare tra fiati e una voce che convince, raccontando fotografie di una terra rigogliosa e verde, pronta a donare sempre una nuova soddisfazione quotidiana.

Un disco che è energia vitale, un disco che potrebbe diventare colonna sonora della nostra estate, abbandonando malinconie autunnali e disegnando arcobaleni infiniti.

 

L’io – BonTon (SeahorseRecordings)

Cantautorato strampalato che abbraccia l’indie rock trasformandolo in un pop pronto a stupire per freschezza e vivacità, componenti che non mancano per questo album d’esordio del cantautore napoletano Flavio Ciotola.

Dentro allo pseudonimo c’è un mondo, un mondo intero, una presa di posizione, un essere cosciente di ciò che un giorno cambierà, un’evoluzione quindi che parte da noi, dal nostro modo di vivere e inevitabilmente questo tutto viene riversato in maniera emblematica in pezzi dai titoli e dai testi più strampalati, ma che nascondono quella sottile ironia che non guasta a certo tipo di produzioni.

Sono testi esistenziali, che parlano di noi, delle nostre paure, dei nostri stati d’animo e della nostra capacità di risolvere le situazioni quando meno te lo aspetti, lasciando tutto e seguendo ciò che sentiamo dentro, questo è un album sul bon ton o meglio sulla presa in giro di tutto un mondo che ostenta fin troppo una facciata che alla fine non appartiene a nessuno, ma è solo uno specchio per farci belli, uno specchio che non percepisce le profondità.

L’Io invece scava dentro di Noi, partendo da Zero e passando per pezzi memorabili come Resta poco tempo o Spiegami perché mi innamoro sempre delle troie, passando per Buongiorno un cazzo e concludendo con il finale di Difetti Perfetti.

Un disco sonoramente difficile da incasellare, perché forse il nostro, ha trovato fin da subito un proprio stile, una propria via da seguire, un album ben strutturato e vario, capace di entrare facilmente nella mente di chi ascolta e non andarsene più.