Arcane of souls – Cenerè (Macramè)

Era la chitarra e la voce dei Torquemada, era nei live anche il chitarrista dei SakeeSed, Alfonso Surace nel 2012 è rinato con lo pseudonimo di Arcane of souls producendo Vivo e Vegeto, quasi a sottolineare una condizione di forza del tutto esistenziale, agli albori del 2015 invece si concede di creare un disco, il nuovo disco, Cenerè, in un flusso continuo di distensioni sonore e psichedelia cantautorale pura che imbraccia le ballate degli anni ’60 per ritrasformarle, concedendosi il tempo e il lusso di fare un disco inusuale, che suona freschissimo e carico di un’ironia contagiosa, essenziale, ma soprattutto viva.

Sembra il Rino Gaetano dei nostri tempi, tanto quella voce roca e gridata assomiglia al conterraneo, spruzzato però qua e la da incursioni beat che male non fanno soprattutto nell’approccio carico di acclamato mistero e sicuramente pieno di fascino per stile e composizione che non scade nel già sentito, ma che si focalizza sugli attimi di vita spensierata e vissuta, quegli attimi che si trasformano in canzone, quell’esigenza nascosta di creare ed estinguere a proprio piacimento.

Un mago lo definirei il nostro Alfonso, un mago capace di quelle magie che da bambino avremmo voluto durassero per l’eternità, un mago che però sa benissimo come tenere nascosti i propri trucchi e di volta in volta, carta dopo carta riesce a svelare qualcosa in più di quell’arcano che lo caratterizza.

Suoni vintage e colorati, impressi e limpidi con canzoni che si lasciano andare nei ricordi e restano appese con facilità, pensiamo a L’oro in bocca o Gennaro passando per Respirare e la finale Opera.

Un disco completo, direzionato al futuro con gli occhi al passato, carico di nostalgia per quegli anni, ma carico anche di attese radiose.

Siren – The Row (Red Cat Records)

Rock band dal sapore ’90 che include una passione per il ritmo ad altre introspezioni sonore dove lasciarsi andare, inglobati dal suono di riferimento e portati a raggiungere il benessere attraverso sferzate di post grunge e incursioni dosate al punto da essere caratterizzanti in un  equilibrio esistenziale.

Questi sono i Siren, rock band di Pesaro, con il loro nuovo e primo album The Row capace di amalgamare melodia e buon gusto ad un alternative non spiccato, ma pronto a sfociare quando meno te lo aspetti.

Il tutto si evince ascoltando la commistione con strumenti inusuali per il genere come violini e violoncelli, trombe e fisarmoniche a creare e a sancire dico io, un’unione emblematica che vede l’inusuale appunto con il voler creare qualcosa che va ben oltre il già sentito, spiccando per coraggio e originalità.

Un disco che parla dei paradossi della vita a cui ognuno può dare la propria interpretazione e dove ognuno di noi è la chiave, a sua volta, per comprendere il mistero, incasellarlo e rigettarlo al suolo con nuovi significati tra ombre oscure e spirito di rassegnazione.

Un disco ben composto che si avvale, per la registrazione, dello studio Waves di Paolo Rossi a Pesaro, un album intenso e ricco di suggestioni, capace di raccontarsi e vivere.