Oggi 20 Settembre 2013 i “Les enfants” presentano il loro disco all’ “ARCI Biko”.
Per ironia della sorte, senza saperlo, io mi sono messo a scrivere di loro, un album preso a caso tra le decine che sono lì in attesa di essere recensiti.
Dalla prima nota morbida e avvolgente il disco mi è piaciuto, sono quei pezzi che creano con l’ascoltatore qualcosa di unico e magico e rendono necessario un continuo ascolto per entrare nell’immaginario di questi 4 giovani milanesi che sembrano vivere in una piccola casa su di un alto albero avvolti da nuvole e turbinii leggeri e autunnali.
5 canzoni, tra cui una strumentale, una voce particolarissima che mescola il miglior Finardi ad atmosfere più cupe e nascoste.
L’ep apre con “Milano” dirompente quanto basta per distruggere argini di vita racchiusa in condomini monotoni e uniformi.
“Dammi un nome” è pura poesia per quadri leggeri appesi in aria da fili immaginari.
“Cash” raccoglie atmosfere più eteree e sognanti accompagnate da vibrafoni e melodie orientali.
Chiude bene la speranzosa “Prendi tempo”.
Un disco che sicuramente vuole essere ascoltato, uno stile che sta prendendo una precisa direzione e spazialità, un album da rincorrere giorno dopo giorno, voce dopo voce, per un respiro che può abbracciare la solitudine metropolitana.