Yellow Moor – Yellow Moor (Prismopaco records)

Un vortice di passione e di contemplazione verso un mondo lontano richiamato all’ordine da chitarre impazzite che entrano ed escono in canzoni poderose con ottime basi ritmiche e fugaci sensazioni di una primavera mite e leggera.

Yellow Moor è il nuovo progetto di Andrea Viti (Afterhours, Karma, Dorian Gray) che con la cantante- performer Silvia Alfei ci regala squisite ballate elettriche che ricordano appunto sonorità afterhoursiane contaminate dall’indie rock d’oltreoceano di gruppi come Arcade Fire o i più vicini Afghan Whigs.

Tutto sembra portare ad un ordine prestabilito, riccamente decorato per l’occasione da sali e scendi emozionali che si possono ascoltare lungo le dieci tracce che compongono questo gran esordio.

Il Bowie più insidioso si contamina facilmente con la musica new wave a ristabilire un’indefinita forma-canzone che si fa apprezzare per un’originalità mai strillata, ma curata nei minimi dettagli.

Delle volte sembra di ascoltare il Corgan di Adore che si lascia ispirare da tentazioni musicali mai provate prima.

Prendono così forma canzoni che si fanno di certo ricordare come Castle Burned o la romantica Across this night passando per la provocatoria Supastar e concludendo con la post indie Yellow flowers.

Un disco al di sopra di ogni aspettativa che fa brillare di luce propria questi due componenti tanto legati alla musica indie italiana da poter donare, ancora, un’altra piccola perla da degustare; e noi qui sperduti in una landa di fiori gialli non possiamo far altro che ascoltare stupiti