Twenty Four Hours – Close – Lamb – White – Walls (Musea-Velut Luna)

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Disco criptico e cangiante che si nutre di metamorfosi siderali con echi evidenti al passato e pregno di interesse per l’insieme discostante di elementi che toccano l’onirico e nel contempo si fanno portavoce di una realtà che forse non ci appartiene. Ritorna la super band attiva sin dagli anni ’80, i Twenty Four Hours, ritorna con un disco capace di intersecare le dinamiche dei grandi concept del passato The wall e The white album su tutti, parlando con il linguaggio del prog che diventa rock e a tratti lascia all’ambient di fondo un modo deciso e del tutto personale nell’esprimere meraviglia ad ogni accenno creato. Un doppio disco carico di significati quindi da ascoltare e riascoltare con un sacco di rimandi agli anni d’oro della musica italiana e internazionale. Un insieme di pezzi che racchiudono al proprio interno il cammino fatto fino ad ora, non quindi un concept, come dice la stessa band, ma piuttosto un miscuglio omogeneo di brani che rispecchiano le fasi intere di una vita, di un universo acceso e carico di speranza, dove il tecnicismo lascia spazio al cuore.