Sloan – 12 (YepRocRecords)

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Disco bomba che corre alla velocità del suono intrappolando gli anni ’90 in un cubetto di ghiaccio e facendolo sciogliere pian piano in una costante ricerca-suono che diventa immediata, rappresentando, al dodicesimo album della band, una certezza per i patiti di genere. Gli Sloan sono un super gruppo canadese che oramai, da più di vent’anni, contamina la scena con un rock indipendente spruzzato di rimandi al passato. Nella loro musica si possono sentire echi dei Beatles fino ad arrivare a suoni compressi e miranti al grunge di Seattle, suoni in evoluzione che danno eterogeneità ad un album orecchiabile conquistando al primo ascolto. Un disco questo che non si chiede troppo, ma che nel contempo permette incursioni davvero importanti e intriganti e dove un puzzle rarefatto e mai ostinato si compone di elementi come l’apertura Spin our Wheels, Gone for good, Year Zero, Have Faith e la finale 44 Teenagers per un rock spruzzato punk davvero convincente e sostanzioso, ricercato, costruito e che continua a dare certezze nonostante il lungo cammino intrapreso. 


Josh Rouse – Love in the modern age (YepRocRecords)

Josh Rouse: <i>Love In The Modern Age</i> Review

Josh Rouse ci fa compagnia da una botta di anni, direi decenni e il suo suono risulta sempre essere al passo con i tempi, influenzato, scaraventato al suolo e imbrigliato in un’elettronica che diventa evoluzione continua, si fa carne, la puoi toccare nel suo essere minimale e ci fa entrare in una costante emozionale davvero gradevole e quasi disincantata pur restando ancorata a soluzione dal forte appeal e dal forte fascino intrinseco. Love in modern age assume i costrutti riportati sopra e racconta del nostro venire al mondo e del nostro vegetare in questa era moderna, dello svuotamento continuo del nostro essere e di una ricerca maturata e da tenere soprattutto in considerazione per comprendere le esigenze di ciò che verrà, di ciò che deve ancora accadere. I sintetizzatori presenti diventano un modo nuovo per parlare di ciò che ci circonda e afferrano con rara capacità la sincronia dei nostri movimenti in canzoni capaci di creare un’omogeneità di fondo che ci permette di riascoltare il disco senza fatica e con quel desiderio in più di carpirne sfumature e nuovi significati interni.