-LIVE REPORT- Niccolò Fabi – Campana dei Caduti – Rovereto – 21 Luglio 2016

fabi1Fondere il suono bellicoso dei cannoni di diciannove nazioni per dare vita ad una campana dalle enormi dimensioni, trasportata su di un colle a testimoniare i caduti della grande guerra, utilizzare poi quella piazza ricreata ad arte per ospitare eventi che hanno significati ben oltre gli anni, ben oltre qualsivoglia forma temporale, in nome di una pace da preservare, sempre e comunque, ma che oramai è solo un ricordo in qualche vocabolario d’italiano delle scuole elementari; un luogo carico di storia e di fascino che per l’occasione vede protagonista un cantautore che nel tempo si è affermato come tra i più grandi in Italia, in grado ancora di emozionare, dando un senso sempre diverso al proprio lavoro e reinventandosi costantemente, giorno dopo giorno.

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Ci sono già passato per Rovereto a vedere Niccolò Fabi in occasione di un live, in un piccolo teatro, qualche anno fa, un concerto con i GnuQuartet, praticamente indimenticabile, ci sono state altre occasioni poi per vedere dal vivo il cantautore romano all’opera, ma la bellezza di questa serata è una fotografia da preservare e curare nel tempo, come quelle foto in bianco e nero a testimoniare il tempo che fu, proiettandolo per l’occasione in una cornice di rara bellezza, che perlomeno deve essere ricordata in quanto tale, lontano dal chiacchiericcio moderno e mirando all’essenza delle cose che contano.

Niccolò Fabi continua il suo tour, spesso sold out in tutta la penisola, regalando quella somma di piccole cose che lo caratterizza come eroe anticonvenzionale e fruitore di una leggerezza mirabile al punto da far scuola, una persona semplice e nel contempo talentuosa che dopo anni di gavetta e periodi meno fortunati, è riuscita a costruire e costruirsi, incantando sempre più, il numeroso pubblico presente ai suoi concerti.

E’ una serata calda, il onemanband Marco Zitelli in arte Wrongonyou apre il concerto con una bella proposta di respiro internazionale incrociando con raffinatezza sentita le evoluzioni di Bon Iver con il primo James Blake, per un mini live ben suonato e contestualizzato anche se parte del pubblico non si dimostra sempre presente, complice forse il fatto, che alle 21.20 molte persone dovevano ancora prendere posto e l’andirivieni generale ha rovinato per così dire un’atmosfera da terra d’Albione che meritava maggiore attenzione, peccato.

Dopo i rintocchi, quasi surreali della campana, il concerto ha inizio, i primi sei pezzi sono affidati a rievocare le atmosfere dell’ultima fatica, dalla title track d’apertura fino a Una mano sugli occhi, la band c’è anche se i suoni sono volutamente in sordina, richiamando una coralità radiohediana tanto apprezzata quanto sincera, che per approccio ricorda proprio l’ultimo album della band di Oxford, una musicalità che si apre poi largamente con la bellissima Ostinatamente, un pezzo di quasi trent’anni, ma che non ha mai perso un secondo del fascino che porta appresso, si snocciolano perle a non finire da una versione pianistica di Il negozio di antiquariato, passando per Ecco e i classici Oriente, Vento d’estate, Solo un uomo, Costruire, Offeso e la corale Lasciarsi un giorno a Roma per la momentanea fine del concerto e l’arrivo del primo bis con Niccolò ancora al piano ad incantare con Vince chi molla e successivamente un Alberto Bianco, cantautore e membro della band, a proporre sul palco Aeroplano per poi tornare diligentemente alla chitarra d’accompagnamento per lasciare a Niccolò il finale del primo bis con Una buona idea; si ritorna in scena per l’ultima Lontano da me che apre a divagazioni americaneggianti rivisitate con la coda Take me home country roads di John Denver.

bu1rmqLUn concerto emozionante e allo stesso tempo raccolto, che vede il cantautore romano lasciarsi spesso ad intrattenimenti che vanno ben oltre le apparenze, in bilico tra rock e cantautorato la formula testata con band al completo si garantisce un posto d’onore tra i live più riusciti della musica pop d’autore in Italia, confermando la bellezza semplice di un respiro comune, un battito di mani, uno sguardo al tempo passato e a tutto ciò che deve arrivare, ricordando che in mezzo c’è tutto il…

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Testo: Marco Zordan

Foto: Martina Colpo / Elisabetta Turra / Sara Longhi

Consigli preziosi: Martina Colpo / Sara Longhi / Elisabetta Turra

Setlist

Una somma di piccole cose / Ha perso la città /Facciamo finta / Filosofia agricola / Non vale più /Una mano sugli occhi /Ostinatamente / E’ non è / Indipendente / Il negozio di antiquariato / Ecco / Sedici modi di dire verde / Oriente / Vento d’estate / Giovanni sulla terra / Solo un uomo / Costruire / Offeso / Lasciarsi un giorno a Roma ENCORE 1 Vince chi molla / Aeroplano (Alberto Bianco) / Una buona idea ENCORE 2 Lontano da me – Take me home country roads