W.Victor – Che bella cacofonia (Ottokar)

Suono contaminato di terre lontane ad unirsi e creare un insieme di voci che va oltre il concetto musicale, ma si espande a conformare una musica di babele, un’immensa e regnante città dove la democrazia è il potere dei più deboli e dove la narrazione e il raccontare la vita è ingegno puro lasciato al tempo, tra ritmi danzerecci balcanici in bilico tra il cabaret e la farsa tragicomica in un vortice di emozioni che si trasforma in festa in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi posto vi troviate.

Testi che si raccontano e che portano dentro al nostro cuore un immaginario onirico che racchiude la vita nella strada e per la strada, un abbracciare culture diverse come fossero nostre e immancabilmente parte di noi stessi, vietando la parola confine, in un connubio di grandi capacità espresse in questa prova dal sapore mediterraneo.

Si parte con E carnevale, arrivando a Un giorno così passando per la calma prima della tempesta in Perché e raggiungendo apici di poesia in Azerty Uiop; un cantautore che si concede al mondo tentando di farsi domande e spiegando un perché non sempre facile da intuire.

Questo è il nuovo disco di W.Victor e qualunque possa essere il vostro stile musicale preferito non potrete mai e poi ma non uscirne dall’ascolto stupefatti.