Vondatty – Nemico pubblico (VREC)

VonDatty “Nemico pubblico” - Rock Nation

Atmosfere cinematiche anni settanta per un dischetto incapsulato nel duemilaventi e pieno di rimandi ad una scena pulp ricca di immagini e divincolata volontariamente dal cantautorato contemporaneo. Ritorna il musicista romano Vondatty, all’anagrafe Roberto Datti, con un insieme di pezzi in grado di attraversare il tempo e centrali ad una forma canzone che guarda al noir con un gesto d’intesa e soddisfazione. Liriche in simil poesie si sposano con singoli utili per comprendere l’interezza e l’omogeneità di questa produzione. Spleen, Maledetti giorni, Hanno bendato il mio cuore sono solo piccole parti di un contesto più ampio e vivace dove fumosi anfratti di città si fondono con la notte, con i racconti di vita e con l’inspiegabile, ma arcano bisogno, di appartenere a quella corsa chiamata esistenza scandita dalla quotidianità. Rumori, voci narranti, peripezie eleganti per un insieme unico di canzoni incisive e sicure nella propria direzione.


VonDatty – Ninnenanne (Tsunami Station/Goodfellas)

Il secondo album del cantautore romano VonDatty è un insieme eterogeneo di oscurità che avanza in bilico tra soffuse aspirazioni e bisogni sempre nuovi di andare oltre la canzone d’autore per come la conosciamo attingendo speranze e sogni malcelati in testi quasi claustrofobici ad implementare e a chiudere la Trilogia della notte iniziata con l’EP Diavolerie, proseguita con Madrigali e ora conclusa con Ninnenanne. C’è qualcosa di sotterraneo in questa musica e la costante misurazione degli arrangiamenti porta il nostro ad ampliare i propri orizzonti e a far si che tratti compenetranti di luce si adagino sul fondo della stanza, una stanza che è simbolo di verità, ma anche di purezza da riscoprire nel mondo crudo che occupiamo. Emblematica poi la scelta di aprire e chiudere con Prima ninna nanna sulla terra/Prima ninna nanna sotto terra a ribadire concetti spiegati in canzoni spruzzate dal rock d’autore e dalla consistenza di una prosa solida e meritevole di essere percepita fino in fondo. Il disco di VonDatty chiude un cerchio per riaprirne un altro e noi spettatori dentro a tutto questo ci facciamo portatori di una notte infinita e carica di racconti da far nostri fino al nuovo giorno.