Unità di produzione – Antropocene (Autoproduzione)

Un confluire di generi sonori, dal rock più duro allo Stoner, passando per elementi compositi di post grunge, psichedelia che si fanno primordiale risorsa per comprendere il nostro futuro. Ritornano gli Unità di produzione con un disco carico di potenza che diventa riflessione sulla natura dell’uomo, sulla tecnologia e sui legami interconnessi tra ciò che siamo e ciò che saremo. A raccontare dell’influenza dell’uomo sull’ambiente. A raccontare il male creato che ambisce a controllare la natura anche quando risulta essere oggettivamente impossibile. Senza giudizi, ma con una forte carica di convinzione, i nostri imbastiscono un insieme di canzoni convincenti, eterogenee, costruite per dare un pugno allo stomaco al perbenismo e cercando, in solitaria, una propria strada da seguire. Overture al fallimento, Tecnocrazia, Andromeda, Estetica del declino, Pulviscolo sono solo alcune delle canzoni che tracciano una linea indissolubile con il nostro essere, con il nostro venire al mondo in una denuncia reale e sentita che si fa musica di evoluzione.


Unità di Produzione – Abisso (Bunker Antiatomico)

Parole sviscerate al suolo senza melodia, senza facili ammiccamenti, senza forma o sostanza, ma imbrigliati nell’oscurità cupa, sabbiosa e tremante, l’oscurità che non fa sconti, ma che si protende piuttosto attraverso un futuro incerto e senza speranza alcuna. Gli Unità di produzione costruiscono in questo loro Abisso architetture spigolose, parlate e ben suonate, musica per orecchie che devono aprirsi, per comprendere in profondità significati nascosti e sicuramente interpretabili, ricche di quelle atmosfere che non lasciano vie di fuga, ma piuttosto entrano e non ti lasciano più. Questo Abisso non è un disco facile, ha bisogno di più ascolti per essere assimilato, è l’attimo prima della tempesta, è quella sensazione che ingloba solitudine e amarezza portata allo stremo per una musica privata di una chitarra che si fa immagine di comprensione quando lo stesso strumento si rende spigoloso, immediato, concentrico e mostruosamente essenziale. Gli Unità di produzione danno vita ad un disco che non cerca mezze misure, ma che piuttosto si muove laddove tutto sembra essere perduto.