Il Fieno – Riverberi (UMA Records)

Pop sopraffino ed elegante che si struttura maggiormente rispetto al precedente esordio I Vivi e rende unica la commistione di generi e l’affacciarsi inevitabilmente ad una musica targata ’80 che veicola i pensieri ad una forma canzone in evoluzione e permette l’approcciarsi ad una new wave mutata che fa da contraltare a gruppi come The National o Editors permettendo al flusso ondoso di andare e tornare come Riverberi in dissolvenza. La prova de Il Fieno è davvero sorprendente, c’è originalità e completezza, c’è ricerca estetica e cura dei suoni importante che permette alla band cresciuta tra Milano e Varese di modificare attitudini e speranze per qualcosa di eclettico e vissuto. La produzione affidata a Lele Battista è il valore aggiunto articolato a dovere e Canzoni come l’apertura Everest, Canzone Semplice, Lotus, Levanto sono solo riflessi di un insieme da ascoltare nella sua totalità per un proseguo che dimostra capacità di vedere il mondo da diverse angolazioni, sfruttando la lezione del tempo e rendendo completa una bellezza davvero unica in questo panorama italiano.

Hawaii Zombies – Hawaii Zombies (Uma records)

Strafottenti e disintegrati al suolo pieni di marmitte esplose a suon di menefreghismo musicale assiepato al vociare del giorno e ricco di rimandi ad un brit pop squinternato, ma impattante, gli Hawaii Zombies approcciano un disco davvero divertente sotto molti punti di vista in un vortice di sensazioni che ben si sposano con la strampalata proposta presentata. Loro lo chiamano bubblegum punk, una specie di alternative punk solare e leggero a bassa fedeltà dove la sostanza vale più del pacchetto esterno anche se ci sono canzoni che senza chiedersi troppo instaurano sodalizi con l’ascoltatore e rimandano ad un’epoca surfistica che non c’è più pur contribuendo a riportarla in auge e a dare sfogo all’inespresso celato. I pezzi si sciolgono al sole da The dark side of the nerd moon fino a Blue is turning grey attraversando un prendersi non troppo sul serio che alla fin fine stupisce e raccoglie i frutti sperati in un’avanguardia che si getta nel precipizio della musica senza paracadute, ma soprattutto senza paura di cadere.