ELL3 – Camouflage (Tainted Music)

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Trip hop emozionale capace di creare atmosfere eleganti e cangianti per l’ep d’esordio della giovane musicista ELL3, un lavoro di cesello davvero sopraffino capace di incrociare la malinconia di Lana Del Rey ai sogni in divenire di band italiane come gli Amycanbe in una profonda concezione del mondo apparente che proprio attraverso le maschere che portiamo ogni giorno si svela in tutta la sua orrenda, ma magnetica presenza, tra le paure del momento e quel senso di inquietudine che aleggia nell’aria e non lascia andare. Le stratificazioni sonore sono create dai torinesi Alain Diamond e Davide Cuccu, capaci di impreziosire una voce penetrante e coinvolgente, sintetizzatori quindi che si sposano all’elettronica d’insieme per dare forma a costrutti ambiziosi che si fanno un tutt’uno con le melodie pop presenti nell’etere. Camouflage è un disco da riascoltare più volte, non è prettamente un disco pop, ma piuttosto un esperimento ben riuscito nell’accostare la canzone orecchiabile alla sperimentazione elettronica e sonora, un punto d’incontro per tutta questa bellezza in divenire.

Ekat Bork – YasDYes (Ginkho Box)

Album pieno e corposo, ricco di cavità in cui perdersi e lasciarsi il mondo alle spalle, un disco sopraffino fatto di elettronica seducente e costantemente in evoluzione che lascia traccia di sé proprio dove le tracce sembravano perdersi in una ricerca spasmodica di una pulsione perfetta che ci rende in libera comunione con il mondo che ci circonda. L’artista siberiana Ekat Bork ci regala un album che dire bellissimo è dire poco, un disco costruito ad arte dove i suoni si fanno seducenti e dove una voce non di certo soave ci trasporta attraverso un trip hop emozionale che mantiene, per tutta la durata dell’album, una certa tensione di fondo anche dal punto di vista narrativo, una tensione ipnotica e discostante in grado di vedere al di là dei ghiacciai infiniti e prolungarsi verso la parte più oscura di noi. Sono tredici tracce più una bonus track, canzoni capaci di ingrandire forme provenienti dal passato, trasformando la concezione di musica in un qualcosa che è legato indissolubilmente alla parte più recondita dentro di noi per aspettative mantenute e per possibilità di bellezza reale che si può non solo sfiorare, ma far nostra per sempre.

Youvoid – Aware (IRMA Records)

Trip hop essenziale che si spoglia di tutti gli orpelli per arrivare giusto giusto all’essenza di una musica d’atmosfera, attirata da forti riferimenti di concetto e esibita in maniera lucente, quasi commovente, che ricopre lo spazio di tempo tra la terra e altre dimensioni possibili e luoghi inesplorati.

Ascoltare gli Youvoid fa ricordare gli elementi compositi di gruppi come Amycanbe e le geometrie canore di Francesca Amati, per passare poi ad un post rock che incrocia sonorità ben più care al Badalamenti e la sua collaborazione con Julee Cruise in un’attenzione maniacale al particolare che sa di internazionalità mai conclamata, ma tesa a creare una struttura elettronica di sospiri alternando le voci puntuali e morbidamente incisive di Lydia Pisani e Fabio Rossi; un calcolo mentale di luoghi vicini al nostro cuore.

Ecco allora che la poesia sonora acquista significato, gruppi di particelle si immedesimano in un mondo da ricreare, un mondo fatto di sogni ad occhi aperti e di circuiti neuronali da ristabilire per abbandonare vecchi ideali e abbracciare qualcosa di più grande che in qualche modo ricorda la nostra casa.