Bent trees society / Teddy daniels – Split (White lips music)

Split di nostalgica energia che ingloba il sapore degli anni ’90 intensificando visioni sulfuree dove chitarre nervose riescono a ricoprire elementi di transizione tra passato e futuro attraverso un’idea che ai giorni nostri appare originale. Due band, un unico disco. Direttamente dalla Sardegna i Bent trees society e i Teddy daniels confezionano una prova che parte da lontano. Siamo sui territori del grunge e dell’alternative per i primi mentre i secondi ci fanno assaporare un’immediatezza garage rock sporcata dal punk per una prova d’insieme che unisce le forze nel ricercare nuove strade da seguire, nuove valvole di sfogo ad incontrare il nostro vivere e il nostro stare. Una canzone per ciascuno. Crosswords and crosses e Alpha. Due facce di una stessa medaglia. Un tunnel circondato di domani accarezzato dalle buone intenzioni e perennemente alla ricerca di un posto di mondo da occupare per esistere ancora.


Marco Mati / Stefano Morelli – Split (Lapidarie Incisioni)

Gli album come una volta, un’amicizia che non è divisione, ma condivisione, due lati in un disco; una volta c’erano i vinili ora ci sono supporti moderni che risultano essere essenziali nella loro unicità.

Due ragazzi, due persone molto diverse, accomunate dalla voglia e dalla necessità di fare qualcosa di vero e puro, di innovativo nel panorama della musica indipendente italiana.

Il tutto ha il sapore del vintage appena sfornato, contornato da stupende delicatezze che si assaporano maggiormente nella buona stagione che sta per arrivare.

Il primo, Marco Mati, è portatore di un suono legato al Soul e all’R&B con contaminazioni Reggae infarinato da una buona dose di coraggio che rende i sei pezzi, la sua parte, molto variegata e intrisa di quel sapore internazionale che lo contraddistingue.

Stefano Morelli invece fa dell’introspezione una via di fuga dove far crescere i propri pensieri che sono in continuo divenire abbracciando Kings of Convenience, Tom Waits e le solitudini immaginifiche di Thom Yorke.

Un piccolo gioiello che suona come purezza nella sua essenzialità, come viaggiatore errante in cerca delle proprie origini, un mondo in 12 tracce che sono state regalate per essere scartate lentamente una a una, fino all’arrivo di un nuovo giorno.