DadaTra – Sequoya (Autoproduzione)

Un album affascinante e suadente, una camicia aperta in piena estate che raccoglie ogni sorta di soffio di vento, questo è Sequoya il nuovo album dei DadaTra promettente band che dopo numerose esperienze soliste dei vari componenti decide nel 2010 di fondere il proprio suono in unico esperimento musicale.

Esperimento riuscito seg1359548442_Dadatra-coveruendo le orme lasciate soprattutto da Jeff Buckley e i Cousteau.

I componenti sono Camillo Achilli al basso elettrico, Stefano Battiston alla voce, chitarra e tastiere, Corrado Campanella alle chitarre, Stefano Gilardone alla batteria e gege Piccolo alle chitarre.

Sequoya è una continua ricerca, da testi e musiche lontane con cantato in inglese, fino alle radici più profonde del cantautorato italiano che inonda prati di un folk verdeggiante.

I 5 mutano stile in ogni brano toccando vertici di prog-rock in canzoni come la bellissima “Percepitium” o tocchi di vena pop-rock come nella “Greiseggiante” 1000 Street.

Arpeggi di disincantata maestria si ascoltano in “Di pancia vestita (Marta)”, mentre la chitarra di Clapton incontra Demis Roussos in “Oltre”.

“Recovery signs” è una classicheggiante melodia rock, tranne il ritornello che porta appresso canti e controcanti degni di un grande gruppo gothic-rock.

“Grand Wormwood” precede il capolavoro di “Afa” una ballata malinconica dal gusto dolceamaro in cui “dare la voce a un colore” è divenuta essenza vitale.

L’album si chiude con le chitarre sferzanti di “The golden ass” brano in cui il miglior rock seventy incontra gli anni 80 per un finale in dissolvenza.

Una prova sicuramente molto matura sotto numerosi punti di vista: cambi di ritmo, tonalità, sonorità; la facilità con cui i Dada Tra passano da un genere all’altro è notevole e sicuramente ammirevole, un album che porta con se personalità e dolcezza, melodia e dissonanza, una prova che merita di essere ascoltata più e più volte per comprendere appieno il loro modo di vivere. E scusate se è poco.