Limone – Secondo Limone (Dischi Soviet Studio)

Testi stralunati con piglio deciso che si fanno strada nella giungla suburbana intascando un secondo disco più pungente, quasi aspro a raccontare del tempo in cui viviamo tra il nord est che non è più tale e un occhio attento all’Italia che sta cambiando.

Filippo Fantinato in arte Limone dopo il primo fortunato album Spazio tempo e Circostanze riprende la dimensione domestica dei live da salotto e incornicia una prova molto simile alla prima anche se qui il tutto è condito da un’amarezza di fondo, amarezza certo che si fa ironia, ma il nostro abbandona gli amori lontani per concentrarsi sulla società del consumo per evidenziarne difetti incontrollabili, ma verificabili.

Una manciata di minuti bastano per comprendere la caratura e la maturazione del nostro che dopo due anni si cimenta ancora con ossimori di grande impatto, tra Amanda Knox che trova un nuovo coinquilino, il gattino da salvare su Studio Aperto accompagnato da un’improbabile sonata di Einaudi, i mobili dell’Ikea le bombe di Bush e i cantautori moderni morti in Calabria addolcendo il sole.

Sfumature su sfumature, colore su colore questo album coccolato da un’elettronica che non manca mai apre nuove strade e la forte capacità espressiva del cantautore si trasforma per dare e creare un nuovo spazio ironico/intellettuale fatto da ognuno di Noi dove la raffinatezza è matrice principale del tutto e dove i pensieri, quelli veri, si possono leggere nascosti tra le righe lasciate in sospeso, quei testi strampalati dall’impronta naif che nascondono un mondo fatto questa volta da pennellate di colore in tre dimensioni capaci di farci vivere una realtà forse diversa, forse lontana, forse troppo amara, di certo vera e reale.