Sara Velardo – 3 (Adesiva Discografica)

Sara Velardo si concede con grande stile in questo nuovo disco dalle sonorità prettamente indie rock legate ad una musica più intima, che abbraccia un’idea di internazionalità che si affaccia oltre le tempeste e oltre l’atlantico già conosciuto, non dimenticando gli insegnamenti della prova d’autore Polvere e Gas e intascando una manciata di brani che sono il compimento di un percorso evolutivo di pura sostanza, che in questo caso prende forma grazie ad arrangiamenti vividi e d’impatto, arrangiamenti che abbracciano i loop e la puntuale presenza dell’acustica a tessere trame e implementare la scena.

Sara non dimentica la componente sociale del tutto e per i testi si ispira alla quotidianità che le gira intorno, con un battito d’ali vola come un uccello sopra la città per carpirne i difetti, le ossessioni, le manie, il manierismo abbandonato per entrare in punta di piedi lungo i confini di un qualcosa di immateriale; la nostra con disinvoltura ritagli pezzi delle nostre vite per poi ricucirle in un nuovo vestito e forse sta proprio qui la peculiarità della cantante calabrese, il riuscire nell’intento di abbinare una gran bella voce e bei testi ad un significato mai scontato, ricercato, Sara mi fa pensare ad una musicista a tutto tondo, capace di prodezze sempre nuove e che non smette di stupire ad ogni nuova uscita.

Sara Velardo – Polvere e Gas (Autoproduzione)

Sara Velardo confeziona un ep ricco di atmosfere che racconta senza peli sulla lingua la situazione statale che facilmente corruttibile porta l’essere umano ad abusare di ciò che purtroppo risulta legale e legalizzato.

Il gioco d’azzardo, la prostituzione, i pagamenti a rate che subdolamente nascondono tassi d’interessi troppo alti per un mondo civilizzato.

Dentro alle sei canzoni che compongono “Polvere e gas” si parla dell’annientamento e della conformità a cui siamo abituati girando per le strade, una conformità che è raccontata in “Il mio amore immenso” con tanto di cori e ritmo tribale, una canzone da stadio che si allontana allo stesso tempo dagli eventi “ammazza gente” domenicali.

In “Solo seta” si possono ascoltare echi di Jeff Buckley che dialoga con Carmen Consoli in un anfiteatro romano abbandonato al tempo.

Nel pezzo“Ad occhi chiusi” la cantantessa sussurra “…il tuo stipendio non basterà a risanare la società…” mentre la successiva “Ospiti della tua testa” ammicca al rock blues in power chord più tradizionali.

Il finale è affidato ad “ ’Ndragheta ” pezzo presentato lo scorso 6 Giugno, giorno della nascita del presidio di Libera “Paolo Bagnato” e successivamente accolto con gran calore da riviste quali “Venerdì di Repubblica” e programmi come “Uno Mattina” che portano il brano a guadagnarsi la vincita del premio nazionale “Musica contro le mafie”.

Grazie a questo lavoro ci si presenta davanti una cantautrice che fa della protesta un’occasione sensata di crescita, un album privo di catene e ricco si spunti per riflettere e far riflettere.

Lontano dai fenomeni di massa quotidiani Sara Velardo ha tutte le carte in regola per trasportare la massa verso mete migliori.