Santacroce – Migras (Ghost Label Record)

Foto

Rock raccontato che si scontra con un cantautorato e con un fardello più pesante legato ad orpelli hard che ben si sposano nel progetto di Alessio Santacroce rocker livornese fautore di un disco, Migras, in grado di raccontare fasti e cadute di una società in via d’estinzione prendendo quasi come spunto d’obbligo le migrazioni interiori, quelle dell’anima, quelle che ci troviamo a vivere sotto l’effetto narcotizzante dei media moderni in un sodalizio che sposa genere differenti e si lascia al conturbante ed emotivo uso delle parole alla ricerca di un messaggio da comunicare per vivere appieno una vita che trova nell’illusione del momento un appiglio da dove poter partire per ritrovare la strada verso casa. All’interno di queste canzoni ci sono tracce evidenti di una musica di fine anni ’80 e inizio ’90, dai Litfiba passando per gli Afterhours in un suono concentrico che apre le porte nel valorizzare la forma canzone nella sua interezza, nella sua importanza, garantendosi d’obbligo un posto tra chi usa il linguaggio musicale per andare oltre il mondo stereotipato, alla ricerca di una propria strada da seguire e facendo parte di quel sempre più esiguo gruppo di cantautori in via d’estinzione.