Contessa & The Squires – Stop the bomb (Autoproduzione)

Nuovo piccolo disco per i Contessa che sfornano quattro pezzi super estivi da poter ballare a piedi nudi sulla spiaggia senza chiedersi troppo e soprattutto profumando di quel candore adolescenziale che fa impazzire anche il più asociale in circolazione, un mix di rock and roll made in Firenze che trascina, conquista e ripaga, con occhio prepotentemente teso agli anni ’60, tra le cavalcate marine su onde infinite e la voracità di conquista tipica di questa stagione.

Il disco è ben suonato e il bisogno di essenzialità si evince sin dalle prime note, dove il calore di Gonna sing gonna dance si interseca perfettamente con i pezzi a seguire, My Cadillac, Julie e The Colt per un inno al bisogno esistenziale di divertimento e pensieri lasciati in disparte in canzoni che sanno di tempo perduto e di bellezza sonora senza fine.

Bella l’idea del formato, un piccola pen drive a forma di disco, inoltre per i palati più esigenti l’EP sarà ascoltabile anche in vinile 7″, alla ricerca di quel pezzo di vintage vissuto da poter assaggiare solco dopo solco.

Borrkia Big Band – Squattrinato (La fattoria maldestra)

Borrkia big band è il progetto solista del mitico batterista del Maniscalco Maldestro che nella nuova proposta si cimenta con la chitarra e la voce, strumenti essenziali che fanno da apripista a tutta una serie di altri componenti preparati all’occasione, rispolverando sax e trombe in gran lustro.

Ascoltare questo album è come fare un grande tuffo nel passato in un mondo color pastello dove il rock and roll si mescola in maniera sopraffina al blues e le semiacustiche acquisiscono un valore essenziale rendendo il tutto molto swingato, un continuo vortice di canzoni che fa ballare ininterrottamente fino a tarda notte.

Questo disco non è però un semplice contenitore di note al solo scopo di intrattenere con piglio deciso l’ascoltatore, questo album è un diario di pensieri e di vita dove lettere si incrociano con vissuti, esperienze, ecco allora che pezzi come Avevo un angelo ci introducono in un mondo di sogni infranti “Hai corso già abbastanza da farmi perdere…Ed io non posso cancellare storie vissute” oppure in Fila diritto al lavoro si raccontano giorni e speranze “Ma voglio scrivere, studiare, voglio vivere…non voglio stare qui da solo a lavorare, è una storia che non posso perdere”.

Ci sono contenuti in questi pezzi, c’è un po’ di morte e tanto ritorno, un piccolo sprazzo di felicità dolente che si inerpica giorno dopo giorno, attimo dopo attimo.

Stefano Toncelli ha il pregio di aver trasformato un genere che poteva essere considerato quasi velleitario, in un qualcosa di più importante, un viaggio che è un passaggio obbligatorio, un viaggio che incorpora energia e vita, piccole chiacchiere di paese che sono radici per il nostro domani.