dDrop – dDrop (Resisto)

Rapcore cantato in italiano che ritrova nell’energia perduta un punto d’approdo per veicolare sistemi e intelaiature sostanziali con una musica comunicativa e arrabbiata, pronta a scaricare musicalmente nella spazzatura l’idea di mondo che ci portiamo appresso. I dDrop fanno sul serio, riescono a mescolare violentemente una proposta che attinge nei suoni degli anni’90 la propria linfa vitale in parallelismi con la scena underground americana per poi passare ad una contemporaneità sospinta che non si chiede troppo, ma che riesce in simultanea ad arrivare al nocciolo, vivo, vero e pesante della situazione. L’omonimo album d’esordio uscito per (R)esisto racchiude dodici canzoni di una potenza davvero incontrollata che non lasciano scampo e non lasciano respirare, ottenendo un risultato davvero sorprendente per un primo full length che mescola l’hip hop con il rock alternativo e che permette una ricerca di una via di fuga nel labirinto della vita urbana.


Mauro Marsu – Prima dell’alba (Autoproduzione)

Cantautorato rap che si fonde con le forme di un concept importante che prende le distanza di una vita troppo amara e ci lascia quel sapore di costante cadenzato racconto tra le storie di tutti i giorni e i personaggi e i loro affanni, prima dell’alba, dopo il tramonto, i racconti di vita di uomini e donne ideati dalle forme in divenire di Mauro Marsu per un concetto espresso in chiave rap dove i testi prendono il sopravvento e lasciano spazio ad una musica di sottofondo che regala, assieme alle parole, emozioni da audio libro da ascoltare e comprendere, dove la metrica acquisisce importanza e i significati sottintesi sono simbolo di uno studio mai banale o superficiale, ma piuttosto la potenza espressiva di questo disco si coglie proprio nelle sfumature del momento, un album che non ha canzoni che si sovrastano a vicenda, diciassette pezzi che sono un’amalgama di vita vissuta a contorcersi in una prosa in stato di grazia e sempre ad alto livello emozionale.

Murubutu – L’uomo che viaggiava nel vento e altre racconti di brezze e correnti (IRMA Records/Mandibola Records)

Il vento che ci porta lontano e ci attrae alle colline in penombra del crepuscolo, diligentemente nascoste dal buio arrivato, un vento che si fa viaggiatore, incontra, ricorda e racconta, alza nel cielo le impressioni di una vita che vorrebbe essere diversa e ci conduce, tendendoci la mano, attraverso la risacca del mare, inoltrando onde verso una poesia millenaria che non conosce confini e non conosce barriere, si alza, si stende, si consuma e procede, senza guardarsi indietro, seguendo il corso delle cose.

Murubutu, al quarto lavoro, continua a sorprendere, grazie ad una poesia mescolata al rap e alla letteratura, una poesia che scava negli abissi di un mondo in evoluzione, una poesia che si concentra nella scalata grazie ad appigli sicuri che si chiamano Hesse, Rigoni Stern, Biamonti, incontri letterari per un connubio dal sapore d’altri tempi, ma contemporaneamente sovrapposto al sentire di oggi, al pensiero comune, in un modo alquanto originale di entrare a pieno titolo nel mondo del racconto d’autore, un modo diverso di respirare la stessa aria, un modo diverso di essere se stessi, andando oltre.

Il disco è una perfezione assoluta e commovente, da un po’ non respiravamo così tanta poesia, tra gli abbagli della vita moderna e chi lotta ogni giorno per dire qualcosa di diverso, Murubutu è tornato e la sua luce è un continuo rigenerarsi di forme e di colori, di sostanza vitale che raccoglie l’eredità del tempo e con fame di bellezza esplode trasportata da quel vento, di cui tanto si è parlato e di cui tanto è rimasto.

Picciotto – Storyborderline (Mandibola/Irma Records)

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Picciotto sembra quasi un De Andrè Post-Moderno, paragone azzardato, ma nella sostanza pura e semplice il nostro ha dato vita, con la sua Storyborderline, ad un concept album sugli emarginati, scrivendo canzoni legate da un filo immaginario, tra le cadute di ogni giorno e il riscatto, un’opera che contenutisticamente si avvicina a Non al denaro non all’amore né al cielo del compianto cantautore genovese e si presta ad essere emblema essenziale per un genere che sconfina e riporta alla realtà, quella dura e cruda, il nostro pensiero onirico, schiaffandoci in faccia, con parole taglienti, il bisogno di essere diversi, di lottare, di conquistare a tutti i costi, senza demordere, i nostri sogni; un’essenza che viene bene rappresentata da dodici storie di vita ai margini, dodici storie che si fanno devianze capaci di disegnare il confine sottile che ci può portare ad essere schiavi dei nostri tormenti interiori, la paura di dover affrontare la vita e soprattutto la paura di non essere in grado di guardare in faccia la realtà; ecco allora che i protagonisti si fanno reali, tra industrie farmaceutiche, il gioco d’azzardo e la cocaina, il sesso che si fa mercato e le coppie di fatto, tra le morti sul lavoro e la difesa della propria integrità, del proprio essere fino in fondo, nella totalità del proprio sentirsi vivo Picciotto riesce nuovamente, dopo decenni, a dare voce a chi voce non ha.

Modern Foca – Mi conosco dalla nascita (Irma Records)

Per ascoltare i Modern Foca devi immergerti completamente in un’atmosfera elettro pop colma e ricolma di sintetizzatori e basi sonore campionate a dismisura per ricreare sciogli lingua d’avanguardia, conditi da una dimestichezza con l’uso del vocabolario ad intessere strade di vita e vita nella strada.

Ai Modern Foca piace prendersi in giro e soprattutto inventarsi in ogni momento, quasi fosse una sfida da vincere e da cui trarre pensieri positivi e colorati per il domani.

Mi conosco dalla nascita suona come un disco dei Tiromancino velocizzato dieci volte, con incursioni del primo Tiziano Ferro, meno commerciale e più indipendente nei confronti di tutto e tutti a partire dai testi.

I nostri paladini combattono il futuro e lo fanno a suono di rime e ritornelli che restano impressi e con difficoltà scivolano via, Caparezza che incontra l’ironia di Elio condita da sprazzi di veridicità e sostanza.

Un disco che si ama al primo ascolto e che ti fa gettare i pensieri fuori dal finestrino senza inquinare.