TARM e Abbey Town Jazz Orchestra – Quando eravamo swing (La Tempesta Dischi)

Prendici una scatola, bella, grande  e capiente, mettici dentro un po’ di fiati, qualche percussione e i tre allegri  molto meno rock, anzi per niente rock, ma con un piglio del tempo che fu, un piglio quasi sbarazzino, a sancire una rivoluzione nel loro modo di suonare e di intendere un genere.

Le canzoni sono sempre le solite, ma rivisitate in chiave swing, avvalendosi della Abbey Town Jazz Orchestra diretta dal pianista Bruno Cesselli e il tutto registrato in presa diretta nel teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone.

Il disco suona alquanto strano sin dalle prime battute, non aspettatevi nessuna e dico nessuna cifra stilistica che connotava, in passato, il gruppo di Pordenone, parliamo infatti di uno stravolgimento complessivo, una rotazione completa e un rimescolamento delle carte in tavola; chiamiamolo pure esperimento, che alle orecchie dei più però suona come elevato tentativo di portare al pubblico un qualcosa che non entra al primo ascolto e disorienta.

Le capacità musicali e gli arrangiamenti sono degni di nota, ma siamo sicuri che questo prodotto sia destinato a qualcuno? O sia un semplice e mero tentativo di dare spessore ad una band che non ha bisogno di questi ammiccamenti per essere al passo con i tempi?

Ai posteri l’ardua sentenza, il disco è ben confezionato e musicalmente è un ottimo prodotto, vede la partecipazione di Maria Antonietta in pezzi come Il mondo prima di Elvis e Occhi bassi serenade, di Jacob Garzia dei Mellow Mood in Puoi dirlo a tutti exotica, ma ripeto non è un disco per tutti e certamente suona un po’autocelebrativo.