Q-Yes – Generazione Y (Phonarchia Dischi)

Non si possono definire, a loro non frega niente essere definiti, loro escono dalla moda di ogni giorno per rimarcare con vitale importanza il concetto di colore intriso dentro ad ognuno di noi, si fanno portavoce di spazzi che non sono stati ancora scoperti e grazie ad un suono ricercato e canzoni di gioie amori e dolori i nostri Q-Yes ex Zocaffè si lasciano andare tra flutti e mari inesplorati dove l’istintività è anche segno di maturazione.

Beat non troppo conclamato che viene spruzzato dal rock’n’roll d’annata con le chitarre che non sono fragorose, ma che fanno il loro dovere, il tutto condito qua e la da un’elettronica sbarazzina, ma sicuramente convincente in grado di trasformare il grigiore del quotidiano in un caldo abbraccio di gioia intrinseca.

I nostri raccontano di amori e tradimenti, si raccontano e guardano dal cannocchiale della vita le mille sfaccettature che quest’ultima riesce a donare, si immolano e registrano, capiscono fin dove possono spingersi e lo fanno con eleganza, ma mai con insistenza tra Margherita e il suo mondo di illusione virtuale, tra le #chiacchiere e i Rivoluzionari da bar che popolano i nostri paese e le nostre città, passando con ironia a Lividi e baci e finendo con i cibi manipolati in un omaggio a Celentano con L’unica chance.

Un disco questo che segna una nuova partenza, senza compromessi e con un’originalità disarmante, a segnare l’inizio del tempo, quel tempo che a pensarci bene è anche il nostro.