Portoflamingo – 1400g (BProduzioni)

1400g è il peso del cervello, è il peso della nostra sostanza e di ciò che crea le nostre immagini, un mondo racchiuso in un altro mondo che si ripercuote nel nostro vivere quotidiano, la capacità intrinseca di generare ricordi e soprattutto storie di vita.

Queste nove canzoni sono per l’appunto, nove punti di vista, i concetti che si diramano dentro di noi e via via prendono forma in sentimenti, aspirazioni, traendo linfa vitale direttamente dal nostro vivere quotidiano che ci appartiene e non ci abbandona.

Ecco allora che i Portoflamingo viaggiano con la musica e i synth degli anni ’70 e ’80 in testa, tra cantautorato ben bilanciato e sostanza grunge targata ’90, quasi lieve, non notevolmente distorta, ma che ci accompagna sollevando i piedi da terra in puliti conclamati che ricercano la melodia nell’interezza e la volontà di ribadire concetti già conosciuti, in forma mutevole e cangiante a segnare la scena.

Nove pezzi che pesano, nove canzoni che sono frutto di una ricerca stilistica mai banale, un viaggio dentro al viaggio, dalla nostra nascita fino all’ essere parte di un tutto, alle volte difficile da interpretare, ma che si nutre quotidianamente delle speranze che portiamo nel cuore.

Portoflamingo – Lamoresiste (Mojito edizioni musicali)

I Portoflamingo amano divertirsi perché ascoltarli è come essere distesi al sole di un’estate che tarda ad arrivare godendo però di quell’unico e impercettibile senso di abbandono che solo chi riesce a rilassarsi completamenp007_1_00te può comprendere.

6 giovani accarezzati dal vento, goliardici, irriverenti e astuti quanto basta per assomigliare alla versione mediterranea dei Gogol Bordello con un piglio di sfrontata allegria e  impegno sociale che li contraddistingue a livello nazionale sia nella scelta testuale che in quella musicale paragonabile solo a Bandabardò e co.

I toscani meravigliano per spunti che risultano immediati e interessano per arrangiamenti talvolta elettrici che fanno da sottofondo a una voce cadenzata che ricorda in alcuni passaggi quella di Enrico Greppi alias Erriquez.

Tra arpeggi e canzoni più orecchiabili si passa facilmente dall’inno “Mi basta pensare” alla sostenuta “L’amore esiste” toccando alti vertici di sconfinato genere in “Devo sparire” mentre ritmi più reggae/rap sono scalzanti in “Elezioni”, “Ninnananna” ricorda Claudio Lolli mentre la conclusiva “Mana Rota” è sperimentale poesia di espressione popolare.

Un disco che ti fa alzare il piede in qualsiasi momento e che riesce ad entrare come luce in Agosto tra le persiane, facendo dimenticare malinconia e turbe di qualsiasi tipo prima ancora che il pensiero di un inverno lontano faccia capolino.