Rob Whitehead e Bluesfreaks – Partenze (Autoproduzione)

Know di Rob Whitehead, Bluesfreaks su Amazon Music - Amazon.it

Chitarra resofonica e slide per un cantautore allargato che guarda alla luna come obiettivo per sperare nel sogno in un concentrato denso di emozioni inglobate nell’avventura di una vita intera. Il disco dei Rob Whitehead e Bluesfreaks racchiude sensazioni da passeggero di questa terra. Un menestrello che tiene accesa la fiamma del vivere grazie ad una musica suonata con il cuore, una musica che respira le radici di questo nostro tempo e le condensa perpetuando momenti che non torneranno più. Episodi riusciti come l’apertura affidata a Know, Mondo antico, Senza fretta, Amore molesto e Sono giorni, nel finale, riescono a ricompattare un album che parla di amore e di rapporti interpersonali. Un album che fa della libertà la chiave per comprendere gli altri, oltre ogni preconcetto, oltre ogni aspettativa.


Massimo Donno – Partenze (Autoproduzione)

Raccontare storie nel 2015 non è facile, anzi, è sempre più difficile, perché l’ondata pseudo cantautorale non sense dilagante, ha annullato la forma classica di cantautorato, relegando il tutto a futili parole lasciate al vento prive di incisione.

Massimo Donno si promette di ridare un senso alla forma canzone italiana più introspettiva e intima confezionando un album che sa di terra e radici, tanto il legame si è fatto unico e irripetibile con gli elementi della natura, tanto il nostro attraverso immagini di vita si concentra nel creare e dare forma e sostanza agli attimi vissuti creando un ponte, un tramite, con il passato, con le cornici del tempo assiepate su credenze polverose.

Luce fioca, chitarra acustica in primo piano e arrangiamenti sempre nuovi e che stupiscono per varietà, fanno di questo album uno scavare nella terra della nostra anima, un ricongiungere parole e musica in un’unione che deve restare indissolubile.

Sono rimasto stupito e lo dico davvero, stupito dalla meravigliosa title track: A soli quarant’anni di distanza, la stanza di mio nonno era la mia, io facevo la dieta, lui faceva la fame ed il suo cinema era la ferrovia.

Entrare quindi in un mondo fatto di migrazione, di sottili dispiaceri e rughe scavate fin da subito come solchi sulla terra; l’anziano che combatte e crede, crede in un ideale, con lo sguardo proteso in avanti, oltre le montagne verso il futuro.

Tra Guccini e De André, questo album, ha molto da insegnare, è un disco che serve per fare ordine dentro di noi, un disco che più di qualche persona dovrebbe ascoltare, un caldo abbraccio verista nella solitudine fredda del futurismo.