Felidae – Baby Someday (Anaphora Records)

Omer Lichtenstein ormai qui sulle pagine di Indiepercui lo conosciamo bene, questo poliedrico personaggio musicale, originario di Tel Aviv, ma residente a Berlino, ci ha deliziato, in passato, con il suo personalissimo modo di intendere la musica e ora con questa nuova impresa, Baby someday, il nostro interagisce maggiormente con il mondo che lo circonda, consegnando agli ascoltatori un album che si affaccia costantemente sulla new wave, anche se, soprattutto in questa prova, la psichedelia di fondo e la cura del suono vintage targato ’70, non manca di certo, anzi questo lavoro denota una ricerca di fondo che acquisisce colore e pian piano si apre a cambi di prospettiva e aperture culturali verso l’oriente, un disco che già con la splendida traccia iniziale, Barbaria, mostra le proprie potenzialità, proseguendo il proprio percorso nell’infinita ricerca personalissima di un punto d’approdo alternative e multi-kulti, privo di barriere ideologiche e musicali, aperto ad ogni forma di sperimentazione e contaminazione dove appunto le innovazioni sonore sono all’ordine del giorno e dove le divagazioni tra passato e presente trovano qui espresso il concetto di apertura mentale, che travalica qualsiasi forma di pensiero concreto.

Felidae Trick – Working Hard (Lichtenstein Music)

Il nuovo disco di Omer Lichtenstein è un concentrato ep di indie rock che raccoglie l’eredità del passato incanalando la new wave con l’oscurità di Editors e Interpol in una formula certamente riuscita, dando vigore e sostanza in una costruzione del suono ben cesellata che si esprime per quantità e qualità della proposta.

Sono cinque tracce che spaziano e parlano di ciò che ci appartiene, riflettono un mondo che si trasforma in pagine di un libro pronto per essere raccontato, raccontano di paesaggi desolati e si soffermano sulla difficoltà di diventare e di trovare una figura culturale di riferimento arrangiando un set acustico che per l’occasione si apre in scintille cosmiche irrazionali e pronte per essere esplose.

Still burning fa da apripista sonoro per passare rapidamente a Laying on the sky circondata dall’aurea di Romantically High, via via rincorrendo i sogni di She ain’t rock and roll e nel finale avvicinando le ombre di The Felidae Trick.

Una manciata di sogni post rock inespressi e un solitario andare e vagare verso mete lontane, un disco che crea atmosfere e lo fa in modo egregio, tra poesia in rock e quell’incedere misterioso di un prode guerriero solitario in cerca di una strada da lasciare a chi verrà.