Universound – Moonlight drive (ODR)

Elementi concentrici si sposano ad arte per creare un crescendo sonoro di bellezza costante che attanaglia attraverso un funk che si mescola con il rhythm and blues travolgendo l’ascoltatore all’interno di un mondo che si trova sulla via dell’evoluzione. Capacità tecniche e sonore sono necessarie per comprendere la grandezza di questo gruppo che fa della ricerca un punto fondamentale di contatto con il presente, un punto di contatto con tutto ciò che ci circonda. Ecco allora che già dall’inziale Do it again si può comprendere la capacità intrinseca di una band in grado di muoversi con disinvoltura di genere in genere perpetuando un algoritmo sempre nuovo e capace di stupire. Moonlight drive ha il sapore degli anni ’70, ma suona come un album contemporaneo, un disco ben strutturato, a tratti stupefacente.


Lhasa society – Obe (ODR)

Incontri di industrial, elettronica e psichedelia per una miscellanea di stili in divenire che affrontano la realtà partendo dalla finitudine, inglobando momenti temporali con un senso, un bisogno sempre nuovo di costruire il mondo che ci circonda. Costruzione quindi e decostruzione per il nuovo dei Lhasa society ad interagire con la complessità che ci ingloba, ad interagire perennemente con fotografie di questo universo che si approcciano grazie ad una musica granitica e cangiante. Un suono vivo che aspira alla quarta dimensione e ci rende partecipi di un tutto che sembra non finire mai. 432 è un’apertura concreta e altamente multiforme. Pezzi come Diapente, Hovering, Paralyze si scontrano col nostro essere per cercare di raccontarlo, per cercare di farlo uscire dal torpore di questo tempo. Obe è un disco complesso e maturo. Un album da assimilare per comprendere appieno le potenzialità di questa band.


Le pietre dei giganti – Veti e culti (ODR)

Desert rock che incrocia l’hard e l’heavy all’interno di costruzioni architettoniche che abbracciano l’occulto attraverso un album composito e quasi soprannaturale capace di colpire il lato emotivo di ognuno di noi attraverso una musica che sa di antichità, ma nel contempo capace di attuare un percorso del tutto naturale fatto di evoluzioni che tendono a non fermarsi mai. Il nuovo disco di Le pietre dei giganti è un’opera divisa in momenti nella prima parte chiamata Foresta per poi lasciare ampio spazio di sperimentazione nelle tracce successivamente proposte. Veti e culti è un album carico di buone intenzioni che diventano tangibili quando la musica riassume la propria calma e la propria tempesta, momenti di travolgente istinto primordiale e altri momenti più introspettivi e unici. Il risultato finale è da applausi. Una produzione che si discosta dalle mode del momento per consolidare le forme in divenire di una musica di grande qualità.


I barbari – Supernove che fanno bang! (ODR)

Stoner rock altamente corrosivo che non risparmia nulla di questa realtà raccontando di anfratti inaccessibili, di anfratti che aprono a mondi sempre nuovi in contrasto con il passato e con un occhio proteso al futuro. I barbari ci sanno fare davvero confezionando una prova incendiaria sotto diversi punti di vista. Trovare band che suonano e cantano in italiano a questi livelli è cosa assai rara. Al primo impatto ricordano gruppi come Il teatro degli orrori e gli Elettrofandango. I testi sono bombe ad orologeria che parlano di noi e del nostro tempo, mentre il comparto strumentale è sporcato di blues e psichedelia a costruire elementi musicali a tratti soffocanti nella loro strabordante bellezza. Supernove che fanno bang! è un disco dal sapore internazionale nonostante l’italianità di fondo. Un album particolarmente curato e sincero che trasuda verità.