Julia Mente – Non c’è proprio niente da ridere (Autoproduzione)

Rabbia lacerante dolore che intrisa di aceto ci fa gettare al suolo ogni speranza del mondo attuale, ma nel contempo ci fa sperare che qualcosa possa cambiare, urla strazianti fanno da incrociatori che tendono la mano all’orizzonte stereofonico giunto fino ad oggi per rimarcare la volontà di essere indipendenti, di essere fuori dagli schemi e soprattutto fuori controllo per una voce dentro ad una scatola incontrollata, capace di desquamare il passato, di renderlo vitale, poderosa ricerca sulfurea attesa fino ad ora, dove i tempi sono cambiati, dove i Julian Mente fanno un balzo emozionale rispetto al passato, rendendo la produzione più incisiva e corrosiva, da microfoni gettati al suolo arrugginiti, che segnano il tempo, ma non la fine, perché questi dodici pezzi in bilico tra FASK, Blonde Redhead, Il Buio, sono pezzi che assumono le fattezze di un toccasana per le nostre viscere per molta carne al fuoco direi, dalla bellissima ouverture di Mentre lei dorme, fino al finale di Ottomila, per dirci ancora una volta che in questo mondo, per avere qualcosa, bisogna lottare amaramente e i Julian Mente, sono tra i gruppi italiani, portatori di questo assunto vitale.