Mico Argirò – Vorrei che morissi d’arte (Autoproduzione)

Mico ci vuole fare entrare nel suo mondo, attraverso occhi inquieti, attraverso occhi da scrutatore, scrutatore di un posto lontano in cui vivere, segnando nel proprio diario segreto i sapori di una terra in continuo cambiamento, attraverso una musica che è pura espressione di un qualcosa di internazionale, che abbraccia i miti e le sonorità di un tempo, trasformando le sensazioni interiore in approfondimenti meditativi che colpiscono al cuore, già dal titolo di questo album, per un’arte che si fa punto supremo del vivere di una nazione, contro destabilizzazioni politiche e culturali, l’arte come punto di svolta, di appiglio per un domani; una contemporaneità che si evince grazie ad un cantautorato efficace e presente, maturo e costruttivo in pezzi decisi e non in stato embrionale, anzi proprio nella title track o in brani come Money si esprime l’apice massimo di queste canzoni che si affacciano nella società e che dentro ci vogliono vivere, perché abbiamo davanti un musicista impegnato e capace, costante e creativo e proprio in questo vivere quotidiano il nostro Mico rilascia agli ascoltatori, brani che sanno scavare nella realtà di ognuno di noi.