Mat cable – Everyone just going through something (Alka Record Label)

Disco in inglese tirato e sudato a ricoprire il suolo di anfratti metafisici e superficialità lasciata alle spalle per un album che gronda sudore e nel contempo accoglie, attraverso una musica indipendente, un senso condiviso, una questione aperta, un’esigenza diversa nell’avvicinarsi al rock alternativo con voglia di sperimentare. Quello dei Mat cable non è un disco di sola potenza, ma piuttosto è una giusta commistione tra liriche ispirate e musica che non smette di vibrare. Pezzi come Terror, You like me e Your fire non passano di certo inosservati e non lo sono da meno le canzoni impetuose che si muovono alla velocità della luce lungo l’intera produzione. Everyone just going through something non è soltanto un disco immediato, ma anche un’energia viscerale sempre pronta a colpire ad ogni latitudine.


Mat Cable – Psychotronic Drugs (Alka Record Label)

Rock aggrovigliante che si immedesima nelle sfumature del punk non ricercato, ma diritto al punto, alla ricerca di vie d’uscita da una prigione immaginaria dove contendersi quei pochi fili d’aria che permettono di respirare ancora, per vivere di nuovo, tra chitarre graffianti e la sete indispensabile di portare a compimento un progetto alla rinfusa che trova spazio con un’attitudine di ricerca che non si snocciola, ma per interezza si affaccia al mondo musicale con schiettezza e tenacia.

Loro sono i Mat Cable, formazione nata nel 2014, che grazie ai loro vissuti musicali e grazie alle loro esperienze decidono di convogliare le forze per dare vita ad un progetto di sporco garage che strizza l’occhio oltreoceano per creare un connubio stilistico di forte impatto emotivo che tende alla ricerca e non alla copiatura, grazia mai sospinta per una tavola ruvida che si fa ammirare.

Il quartetto formato da Raffaele Ferri alla voce e alla chitarra, Ottavio Rastelli all’altra chitarra, Edoardo Ferri al basso e Francesco Lupi alla batteria, incanala le energie del momento per dare vita a substrati di coscienza poliedrica per cinque pezzi che si fanno ascoltare partendo da Fight or hide, passando per il singolone Under my skin e chiudendo le danze con Choose your way, babe.

Un disco senza misure questo, che va diritto al punto senza chiedersi troppo, trasformando la realtà in energia, i vissuti in suoni di un qualcosa che ci appartiene.