Massimiliano Larocca – Exit/Enfer (Santeria Records)

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Potenza sonora mai conclamata vibrata da piccoli e intensi interventi elettronici che aprono a discussioni interiori che con fare introspettivo e tenace cercano di rappresentare un mondo, una sostanza, un volto. Ritorna dopo tre anni Massimiliano Larocca, ritorna dopo uno splendido disco omaggio a Dino Campana, ritorna con l’attuale Exit/Enfer un album cupo, misterioso, criptico e a tratti claustrofobico. Prodotto da Hugo Race e con la partecipazione, tra gli altri, di Enrico Gabrielli l’insieme di tracce proposto è una rincorsa ferma verso ciò che non possiamo stringere più. Un album sull’abbandono, ma anche un disco di speranza. Buio e luce si sovrappongono per dare vita ad un intenso dialogo notturno fatto di sogni da costruire e cose da lasciare in disparte. Tra l’ultimo Cohen e il primo Nick Cave Exit/Enfer non tradisce l’aspettativa. Trasforma la vita e rende necessario l’ascolto attraverso canzoni come la bellissima apertura affidata a Black Love, passando per il trittico Cose che non cambiano, (Eravamo) Orfani, Il giardino dei salici e tuffando l’intera produzione all’interno di un mare profondo con Perdiamoci e Il cuore degli sconosciuti. Massimiliano Larocca costruisce, con questo disco, un immenso castello fatto d’amore e di legami. Indissolubili visioni di ciò che verrà. Tratti materici, per inscindibili ricordi, da ricondurre sulla strada che porta a casa.


Massimiliano Larocca canta Dino Campana – Un mistero di sogni avverati (ABuzzSupreme)

Massimiliano Larocca affonda le proprie radici letterarie concatenando il suo stile da cantautore profondo e impegnato con le vicissitudini della vita al limite del poeta italiano, mai totalmente emerso, Dino Campana, per un disco appassionato, vivo e sincero, che prende i testi più conosciuti di Canti orfici e altre poesie e li sperimenta sotto forma di canzone cantautorale, impreziosendo le dinamiche e valorizzando quella capacità primaria del toscano, già fattosi notare soprattutto con l’album del 2014 Qualcuno stanotte, di sintetizzare con savoir faire impegnato un pensiero che scava nel profondo della terra e abbaglia di luce misteriosa una condizione umana di difficile interpretazione; lo fa tuffandosi nella difficoltà dell’impresa di trasportare poesia in canzone e strizzando l’occhio a mostri sacri del tempo passato, rovistando tra le introspezioni musicali di Fabrizio De André e creando un seguito di illustri artisti a condividere forme e pensiero, valore della proposta e soprattutto irripetibilità della stessa, da Nada a Riccardo Tesi passando per I Sacri cuori, Cesare Basile e Hugo Race, artisti accomunati dal voler trasmettere all’ascoltatore un pezzo di cielo da condividere, lassù oltre le stelle, attraverso quel prosimetro di abbandono e solitudine il nostro Massimiliano crea la materia per i nostri sogni, raccontando attraverso le sofferenze di Campana, un mondo fatto di simboli e paure, le nostre forse, che sperimentiamo ogni giorno attraverso un’emarginazione sempre più in vista, anche se più subdola e sottile di prima, una trasposizione quindi ben ragionata che ha il pregio, non banale, di penetrare i cuori e fare in modo che i nostri occhi possano vedere i colori della vita in un altro modo.