Murubutu – Tenebra è la notte ed altri racconti di buio e crepuscolo (Irma Records/Mandibola Records)

Tenebra È la Notte

Impressionante lavoro di cesello poetico che esprime in un certo qual senso una realtà racchiusa in un’altra realtà dove la struttura narrativa di fondo prende ispirazione costante dal mondo notturno che abitiamo e si discosta dalle produzioni odierne elevando un genere attraverso l’incrocio essenziale dello stesso con la letteratura. Ritorna Murubutu con un disco davvero intenso, un album introspettivo che comunica all’ascoltatore un viaggio notturno a passo sospeso. Un disco oscuro, ricco di atmosfere, carico di un nero che ammanta e abbaglia attraverso una luce che flebile appare come metafora per uscire da ciò che ci ammanta, da ciò che ci rende schiavi della nostra stessa libertà. Un cuore di tenebra questo, un pensiero che attraverso le numerose collaborazioni da Caparezza a Mezzosangue, da Dj T-Robb a La Kattiveria solo per citarne alcuni, riesce a comporre un quadro d’insieme invidiabile e capace di risplendere nella notte più nera. Tenebra è la notte è un insieme di racconti indispensabile di questi tempi, un’energia viscerale che non passa inosservata, ma che piuttosto taglia in due, con forza e coraggio, la nostra amara realtà. 


Murubutu – L’uomo che viaggiava nel vento e altre racconti di brezze e correnti (IRMA Records/Mandibola Records)

Il vento che ci porta lontano e ci attrae alle colline in penombra del crepuscolo, diligentemente nascoste dal buio arrivato, un vento che si fa viaggiatore, incontra, ricorda e racconta, alza nel cielo le impressioni di una vita che vorrebbe essere diversa e ci conduce, tendendoci la mano, attraverso la risacca del mare, inoltrando onde verso una poesia millenaria che non conosce confini e non conosce barriere, si alza, si stende, si consuma e procede, senza guardarsi indietro, seguendo il corso delle cose.

Murubutu, al quarto lavoro, continua a sorprendere, grazie ad una poesia mescolata al rap e alla letteratura, una poesia che scava negli abissi di un mondo in evoluzione, una poesia che si concentra nella scalata grazie ad appigli sicuri che si chiamano Hesse, Rigoni Stern, Biamonti, incontri letterari per un connubio dal sapore d’altri tempi, ma contemporaneamente sovrapposto al sentire di oggi, al pensiero comune, in un modo alquanto originale di entrare a pieno titolo nel mondo del racconto d’autore, un modo diverso di respirare la stessa aria, un modo diverso di essere se stessi, andando oltre.

Il disco è una perfezione assoluta e commovente, da un po’ non respiravamo così tanta poesia, tra gli abbagli della vita moderna e chi lotta ogni giorno per dire qualcosa di diverso, Murubutu è tornato e la sua luce è un continuo rigenerarsi di forme e di colori, di sostanza vitale che raccoglie l’eredità del tempo e con fame di bellezza esplode trasportata da quel vento, di cui tanto si è parlato e di cui tanto è rimasto.

Picciotto – Storyborderline (Mandibola/Irma Records)

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Picciotto sembra quasi un De Andrè Post-Moderno, paragone azzardato, ma nella sostanza pura e semplice il nostro ha dato vita, con la sua Storyborderline, ad un concept album sugli emarginati, scrivendo canzoni legate da un filo immaginario, tra le cadute di ogni giorno e il riscatto, un’opera che contenutisticamente si avvicina a Non al denaro non all’amore né al cielo del compianto cantautore genovese e si presta ad essere emblema essenziale per un genere che sconfina e riporta alla realtà, quella dura e cruda, il nostro pensiero onirico, schiaffandoci in faccia, con parole taglienti, il bisogno di essere diversi, di lottare, di conquistare a tutti i costi, senza demordere, i nostri sogni; un’essenza che viene bene rappresentata da dodici storie di vita ai margini, dodici storie che si fanno devianze capaci di disegnare il confine sottile che ci può portare ad essere schiavi dei nostri tormenti interiori, la paura di dover affrontare la vita e soprattutto la paura di non essere in grado di guardare in faccia la realtà; ecco allora che i protagonisti si fanno reali, tra industrie farmaceutiche, il gioco d’azzardo e la cocaina, il sesso che si fa mercato e le coppie di fatto, tra le morti sul lavoro e la difesa della propria integrità, del proprio essere fino in fondo, nella totalità del proprio sentirsi vivo Picciotto riesce nuovamente, dopo decenni, a dare voce a chi voce non ha.