Jack Adamant – Lunch at 12 since ’82 (AR Recordings)

Disco solista che incasella rapporti e asseconda l’attimo in poesie acustiche ben suonate che rappresentano quasi un punto d’incontro, un punto di reale appoggio con la sostanza che imbriglia la luce per sperimentare momenti di vita in un percorso umano capace di raccontare e raccontarsi, un percorso che incrocia il cantautorato di Dylan e la voce di Brian Molko in una sperimentazione di arrangiamenti che vedono la chitarra prima su tutti creare contorni e dare un senso successivamente a sintetizzatori, alle volte troppo presenti, ma comunque capaci di creare linee melodiche di pacata raffinatezza. L’album di Jack Adamant è un piccolo spaccato di vita che raccoglie la bellezza del tempo che trascorre, sono cinque canzoni che partono dal momento, quel pranzo in famiglia puntuale dal 1982 e narrato con la semplicità di ballate acustiche intrise di velato mordente, da Easy to find fino a Without il nostro percepisce il momento e sente il bisogno di esprimerlo al meglio in un album che potrebbe essere e potrebbe farsi anticipazione di tutto ciò che verrà, tra strutture emozionali e lisergiche rappresentazioni della realtà.