Luca Loizzi – Canzoni quasi disperate (Autoproduzione)

Queste sono tutt’altro che Canzoni quasi disperate, anzi, sono delle vere e proprie perle che omaggiano il tempo che trascorre dietro di Noi.

Un turbinio di suoni acustici e strumenti ben suonati, che anche solo per un momento, ci fanno assaporare quel cantautorato malinconico, ma vivo e presente come fosse un suono a noi famigliare.

Dopo il primo album pubblicato con Puglia Sounds Records, il nostro Luca Loizzi si cimenta in una prova ricca di armonie perpetue dove a farla da padorne è quell’esigenza di chiudere un cerchio che si apre inevitabilmente con le esperienze della vita e trova come sola via di fuga il viaggio, tra personaggi stralunati e testi taglienti che si ripercuotono in un pensiero condiviso.

Il cantautore si fa quindi cantastorie e dopo numerose collaborazioni che lo portano ad una crescita personale il nostro si permette il lusso di fondere il proprio stile con la canzone francese e la tradizione cabarettistica d’alta scuola italiana.

Ecco allora che sembra di stare dentro ad un circo ipnotico, pieno di parole dove trarre giovamento; bellissima E se per caso che si dipana in folkeggiamenti fino ad Estate di merda di Fumarettiana memoria che porta al finale di Valzer senza nome.

Un disco da spiagge deserte dove raccontare un’estate che non c’è più e dove sperare che qualcosa si veda, di nuovo, là, oltre l’orizzonte.