Little taver and his crazy alligators – Taver night (Autoproduzione)

Personaggio d’altri tempi che con grinta, determinazione, coraggio e pazzia ha fatto in modo di riportare in vita l’idea vera e propria degli urlatori targati anni ’60, una passione prima di tutto che si nota e si ascolta in questo disco Taver night dove i grandi di un tempo si immolano a diventare ricordo per questo mitico personaggio, un uomo che Ligabue conosce bene in quanto apparso in Radiofreccia vestito da Elvis mentre fa lo spettacolo durante il matrimonio, una vera e propria forza della natura che ha confezionato nel tempo forte stima e amore ricevuti dai fan di Correggio e non, aprendo e presentando i concerti di Ligabue al Palamalaguti a Bologna nel 2002, il Campovolo di Reggio Emila, i due super concerti  a San Siro, all’Olimpico e al Franchi di Firenze, dando la possibilità a questo incrocio vivente tra Elvis, Little Tony, Bobby Solo di diventare prima di tutto, un’icona italiana.

A livello musicale il nostro confeziona un disco ben suonato, con spruzzate di blues a confondere la melodia tipica delle musiche di Celentano e co. costruendo di gran lunga un album riuscito fin dalle prime battute, coadiuvato dai pazzi alligatori, chiaro riferimento al delta del blues per eccellenza, dove le radici di questa musica hanno  trovato terreno fertile per crescere rigogliose.

Un disco di tredici pezzi che separa il tempo e ci tuffa inesorabilmente in un florido passato, dove le semplici parole sono il veicolo necessario per una musica di puro trasporto e di sicuro e vissuto amarcord emozionale.

Mimmo Parisi – Quando non sei Totti o Ligabue (Autoproduzione)

mimmo-parisi-artista-musica-download-streaming-quando-non-6-totti-o-ligabueMimmo Parisi nel suo primo album “Quando non sei Totti o Ligabue” confeziona una prova di stile rock classicheggiante condita da numerose sferzate di improvvisi cambi nell’approccio e nella musicalità.

Il cantautore Bolognese per stile e simpatia si avvicina a sonorità legate al rock d’annata vedi alle voci Scorpions, Brian Adams, acuti sopraffini strizzano l’occhio agli italiani Nomadi, mentre l’incedere del basso e della batteria ricorda a tratti la new wave anni 80 di Gang of Four e Joy Division.

I testi sono un concentrato di temi quotidiani conditi da un linguaggio a tratti diretto e immediato alla Vasco Rossi, a tratti invece più meditativo e pensato in cui le parole risultano scrigni criptici da aprire e gustare a poco a poco.

Un cantautore quindi schietto che fa della sua immediatezza un trampolino di lancio per arrivare con facilità anche al pubblico più lontano.

Uno stile e una voce poi che riuniti regalano viaggi di sola andata verso anni passati; una DeLorean del futuro proiettata nel tempo.