L’etiope – I nonni sono morti (Autoproduzione)

Cantautorato che esplode in arpeggi rock di matrice post ’90 in grado di catalizzare forme e dimensioni di impalcature sovraeccitanti in grado di produrre materia pronta a stupire, pronta a rendere necessaria la discesa nel quotidiano, raccontando di sensazioni, stati d’animo claustrofobici, sotto scacco negli attacchi di panico e indulgentemente rappresi ad identificarsi con un retroindiecantautorale che lega il tempo in cui viviamo alla parabola tangibile di sogni infranti e speranze da definire.

I nonni sono morti e non ce ne facciamo una ragione, questo disco è l’interruzione di un’adolescenza per entrare nell’età adulta, forse ancora troppo presto, ma il tempo e le fatalità non si possono fermare, possiamo solo cercare di capirle, forse, resta il fatto che tutto questo è legame profondo con le proprie esperienze per quattro pezzi che sono un concentrato di vissuti che ricordano i Perturbazione di In circolo, più per approccio che per singolarità musicali; un suadente viaggio per canzoni – capolavoro che esplodono in tutta la loro bellezza nella finale Immobilis in mobili, donando importanza alla quadratura del cerchio per un EP che è dimostrazione di una bellezza senza tempo.