The heart and the void – The loneliest of wars (leOfficine)

The heart and the Void lo conosco bene, è passato di qui con le prime autoproduzioni, i primi EP e finalmente è arrivato al momento del grande salto con un disco completo, intenso, sincero e vissuto. L’artista sardo è un concentrato di parole e bellezza da ammirare affacciati al fiume della vita che ingloba e nel contempo sussurra parole d’amore e di speranza, un cantautore di certo talentuoso che dopo aver girato di gran lunga la penisola è riuscito ad imbastire un album completo ben ponderato e calibrato che raccoglie l’eredità del passato e centrifuga un desiderio innato nel mescolare il sempre citato The tallest man on earth, passando per Iron & Wine, An Harbor senza dimenticare i grandi che hanno fatto la storia della musica d’autore come Dylan o Nick Drake. Attraverso dieci pezzi il nostro raccoglie una pittura velata da una leggera tristezza e malinconia, un’introspezione profonda tipica dei poeti della terra d’Albione, un mix di emozioni struggenti che possiamo scegliere se far scivolare lungo l’ascolto dell’intera produzione oppure, come consiglio, prenderle e portarle nel posto che abbiamo più vicino al cuore, là dove tutto nasce e tutto muore. The heart and the void si conferma essere una delle voci più rappresentative del folk italico, un cantautore da seguire negli anfratti della nostra penisola, dalla pianura alla città, dai mari fino alle montagne imponenti e lontane.