I Goldoni – Il mondo è bello perché è avariato (Autoproduzione)

Ritorna il percorso sonoro iniziato con Il diversivo, per la band proveniente da Aprilia nel Lazio, il trio ironico e istrionico senza peli sulla lingua per eccellenza ci regala un nuovo disco che ci catapulta attraverso gli orrori e gli errori di questa società dove le canzoni sono intervallate da dialoghi al limite dell’immaginato anche se purtroppo del tutto reali per testi intrisi di quella capacità nel raccontare le storie di ogni giorno, le storie di tutti noi, scoprendoci esseri al limite di comunicazione e sostanza, scoprendoci purtroppo troppo umani per poter sperare in cambiamenti repentini di questa società.

Un album che miscela senza problemi il rock alla musica d’autore, passando per il funk e il blues, rimarcando l’essenzialità della proposta virata più sui contenuti che sulla forma, partendo con le paranoie dell’Università e giù giù fino a Dentro ai cessi dei locali, che è pezzo capolavoro contenente la frase simbolo che da il nome al disco; un insieme di colori brillanti tenuti insieme dalla voglia di divertirsi, forse questa è la formula dei nostri, che con facilità e immediatezza si guadagnano un posto di genere nelle produzioni italiane, così poco propense, solitamente, a ironizzare su se stesse, per un disco questo, che fa del suo prendersi poco sul serio un’arma sicuramente vincente.

Metamorfosi – Chrysalis (Mauna Loa)

Rock in evoluzione che non si ferma alle classificazioni di genere, ma ricerca costantemente una propria strada da seguire in territori inesplorati, con una voce che vince sin dalle prime battute e una band che cavalca l’onda contornando di magia questo nuovo disco dai tratti cangianti e mutevoli, dal suono fortemente maturo e portatore di un colore contaminato e ricco di necessità nel creare un ponte direttamente nell’atlantico per dare una sferzata di internazionalità alla proposta che si fa via via più importante e riconosciuta.

Un disco quindi che sa cambiare, camaleontico, pronto a scoppiare quando meno te lo aspetti, la crisalide che diventa farfalla e il morire della notte per lasciare spazio al giorno, una roboante discesa e risalita accompagnata da archi e sintetizzatori, sfumature di jazz e rock colto e raffinato, meticoloso e strutturato, per dare spazio a ciò che è e che sarà possibilmente raggiungibile.

Otto nuove tracce cantate in inglese questa volta, che si aprono con Essence e chiudono il cerchio con la meraviglia di  The moon is kiddin’me; a segnare nuovi spazi di creazione, a sancire l’indissolubilità di un credo consapevole delle proprie potenzialità.

SiVa – Argomenti che non vi interessano scritti con i piedi

Uno spazzolino e un piccolo dentifricio è tutto quello che serve per ascoltare della buona musica da dare sui denti a chi spesso accusa senza pensare, critica senza fare nulla, vive lasciandosi vivere.

Il caso di SiVa è alquanto particolare, cantautore laziale, all’anagrafe Simone Vacatello,  confeziona un disco stranissimo dalle influenze più disparate, si sentono echi di Lucio Dalla, Elio e le Storie Tese e in qualche modo si può ascoltare un Giorgio Gaber che si incontra con Jannacci dentro ad un piccolo teatro raccolto e custodito dalle intemperie del tempo.

Si passa facilmente dal blues alla jam jazz fino ad ascoltare canzoni prettamente pop che rapiscono per il ritmo incalzante tra chitarre acustiche e suoni looppati che fanno da sfondo ad un parlato che, con ironia, narra di piccoli avvenimenti di tutti i giorni raccontando apertamente la tristezza che subiamo dal mondo commerciale che ci circonda.

Un disco che abbatte la barriera fisica del cd e si presenta attraverso un piccolo astuccio di cartone in cui all’interno è custodito uno spazzolino, il codice per scaricare l’album e un piccolo dentifricio.

Tutto questo perchè allora? Per segnare i tempi.

Questa musica, nella sua amara crudeltà, deve essere presa con il sorriso, quindi un buon motivo per avere sempre i denti in perfetto stato è avere a disposizione un disco da ascoltare, magari davanti ad uno specchio che riflette il più delle volte, nel nostro lento incedere, un’immagine distorta che ci appartiene solo a metà.

Il cantautore SiVa  grida all’Italia che ormai è venuto il momento di tirar su le maniche e imboccare la luce perchè solo Noi ne conosciamo la strada.

 

Droning Maud – Our Secret Code (Seahorse recordings)

E’ un album completo,  ricco di divagazioni post-rock di puro stampo arioso con interventi elettronici da far aizzare anche il più distratto degli ascoltatori.

Quello dei Droning Maud è un droning-maud-musica-streaming-our-secret-codedisco che lascia il segno sotto numerosi punti di vista.

Il concetto dominante, l’idea di fondo, è una cavalcata continua di sapori rock contaminati dalla musica che prende iniziativa di un suono carico di riverberi e atmosfere.

Già dal nome del produttore del disco, Amaury Cambuzat, il lavoro non può che prendere determinate vie legate alla sperimentazione e alla sorpresa sonora.

In “Our Secret Code” si ascoltano Mars Volta, Radiohead, gli italiani Giardini di Mirò tanto per citarne alcuni; trovano spazio, inoltre, interventi vocali degni del miglior Aaron Lewis creando  quel concentrarsi di suoni, difficile da concepire, tanto la trama si rende fitta ad ogni ascolto.

“Sun Jar” apre le fila con cadenzato battere delicato, poi “Ghost” fantasma svanito nel mare che raccorda la meravigliosa “Nimbus” fatta di stelle e arpeggi.

L’altro spunto degno di nota si trova nella corale “Now it fades now it’s gone” e cosa possiamo dire della retrograda “Led lights” che guarda al passato con una mano aperta al futuro?

“The great divide” apre alla finale di contrappunto stilistico “Oh Lord!” dove la scelta è definizione di resa e perdono.

Questi 4 laziali sanno che cosa vogliono dimostrandolo con questo album, che si discosta dai precedenti ep, sia nel campo estetico e di suono che in quello dei contenuti; una prova dal sapore onirico capace di creare quel giusto appeal in tutte e 10 le tracce, portando noi umani a carpire divagazioni mentali con un occhio teso al passato e una linea d’attacco diretta al futuro. Notevoli.