Niente – Mete (LaFameDischi)

Vagare per terre sconosciute e prive di sapore, dove la steppa e la vegetazione brulla si estende a dismisura, lungo strade polverose e assenza di umanità e dove l’inquietudine dell’animo va a braccio con la bellezza della natura, tanto selvaggia quanto amorevole in un continuo subbuglio di sentimenti e di stati d’animo che a fatica si riesce a comprendere.

I fallimenti sono dietro l’angolo e le mete da raggiungere sono fatte soprattutto di sogni che ci costruiamo dentro giorno dopo giorno;  Mirko Paggetti in arte Niente, con il suo disco d’esordio ci racconta proprio questo, ci racconta il bisogno essenziale di essere partecipi di un qualcosa di più grande e condiviso, anche se siamo respinti, anche se a correre in cerca di nuovi traguardi siamo solo Noi, un bisogno che si esprime nel solitario incedere verso l’ignoto.

Un album che parla dell’animo umano quindi, con testi diretti, privi di fronzoli e un substrato musicale dal piglio indie rock d’oltremanica, senza misure e sudato a dovere, tra luci e ombre, tra passato e futuro, in cerca di una nuova via da aprire che forse non è poi così lontana, che forse e solo forse risiede dentro di noi.

Marazzita – Formule (LaFameDischi)

marazzita_cover201Sotto i cieli di Marazzita potremmo dire per questo esordio completo del cantautore calabrese che costruisce racconti di vita avendo appreso la formula del Gaetano passato e incanalando le storie di chi ha sudato per conquistare la propria esistenza, tra una resistenza mentale e fisica, dando un senso e un valore giorno dopo giorno, tra formule che non sono altro che piccoli anelli da incastonare uno per uno per dare vita all’essere umano complesso per come lo conosciamo.

Le canzoni ambiscono ad un’aurea rilassante, gli arrangiamenti trovano posto per un’elettronica non troppo invadente, ma che identifica e conquista, dando quel tocco in più, utile per definire un proprio stile e distaccandosi, non in maniera netta, ma sicuramente efficace, da altre produzioni odierne.

Ci sono i grandi maestri quindi, ma c’è anche molto di personale in questo disco, forse un’esigenza costruttiva di lasciar posto ad otto pezzi non tropo verbosi, ma sicuramente riflessivi, partendo con Formule e via via finendo con Tutto ci scorre addosso, tra intemperie e lotte, per non rimanere sopraffatti, per dimostrare ancora una volta che la parola, in fin dei conti, vale molto di più di qualsiasi altra cosa.

Marazzita – Mi gioco i sogni a carte (La Fame Dischi)

Marazzita cantautore calabrese dipinge 6 quadri di dura realtà, graffiata da una poetica scanzonata e ironica scolpita a tratti da colori più intensi e di riflessione.

Ci troviamo davanti al suo secondo ep edito da La Fame Dischi, etichetta che accoglie numerosi cantautori degli anni zero e derivati.

Il groove dei suoni è amalgamato in modo ottimale da Pebbe Marazzita alla chitarra e voce, Tore Marazzita al basso e synth, Carlo Pronestì alle chitarre elettriche, Michele Turco alla batteria nel brano “Maledetto”, Alessandro Dell’Ammassari alle chitarre nel brano “Maledetto” e Gianluca Di Vincenzo tastiere e synth in “Un balcone coi fiori”.

Sembra di ascoltare Brunori sotto il sole sull’Isola di Capo Rizzuto.

6 piccoli racconti di storia quotidiana segnata dall’inesorabile apatia di un qualsiasi giovane targato 2013 che fa i conti con le speranze che cedono il passo al tempo, quel tempo che si fa ricordo nella ballata d’apertura del disco “Maledetto” dedicata a Piero Ciampi “dipinti di parole naufragate in un cielo costellato di mattoni”, tempo di adolescenza e sogni infranti in “Posters” mentre in “Venderanno il mare” il tempo si fa futuro “Bisogna stare attenti a non consumare, il prossimo anno venderanno il mare”, cambio di ritmi e di atmosfere con la bellissima “Un balcone coi fiori” con un ritornello che si canticchia all’infinito “Dai che ho comprato del Chianti ho una stanza un balcone coi fiori” in ricordo di melodie molto “Affamate di Camilla”. I cori e il parlato sono elementi distintivi di “Vai via da qua” che aprono la strada al pezzo finale del disco “L’artista da giovane” che ricorda garage milanesi di Vasco Brondi.

Marazzita con questa prova ha definito il suo percorso di cantautore maturo in cerca di una via dove gridare le sue prese di coscienza, un grido sarcastico e innocente, un grido destinato a persone che sanno ascoltare.