La methamorfosi – In dolore (Autoproduzione)

IN DOLORE - LA METHAMORFOSI - recensione

Il suono di Seattle concentrato in Friuli per un rock d’oltreoceano che ricorda le elucubrazioni degli italiani Verdena ad impreziosire di viscere dorate una musica alternativa che non cerca le mezze misure, ma si attesta fondamentale visione di ciò che sarà. La methamorfosi, con il loro secondo disco, ci accompagna all’interno di un mondo destrutturato a dovere in cui la cripticità dei testi si sposa con parti strumentali deflagranti pronte a donare impeto e rivoluzione ad un album in continua evoluzione. Le ali, Madre, Mi soffoca, Tocchiamo il fondo sono gli elementi essenziali e portanti per comprendere una poetica che viaggia oltre confine. In dolore è un disco cangiante. Un album, a tratti, sorprendente.


La Methamorfosi – Guai (Autoproduzione)

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Ruvide montagne da scalare si inerpicano attraverso strade senza uscita e pronte a raccontare, con innata potenza, un mondo da rifare, un passato da sconfiggere, un futuro da cogliere e percepire fino in fondo. Guai è un disco di duro rock, un album che non ricerca le mezze misure, ma piuttosto intavola con l’ascoltatore un rapporto di simbiosi che va oltre le apparenze e grazie ad un cantato in italiano intraprende percorsi di puro godimento sonoro che si sposano egregiamente con la nostra lingua. La Methamorfosi dà vita ad una prova intensa dove sprazzi di cielo azzurro riescono a diventare in poco tempo grigi per lasciare spazio alla tempesta che avvolge i nostri pensieri, la nostra anima, il nostro venire al mondo. Canzoni come Guai, Verme, La pioggia distruggono per poi ricostruire, trasformano l’ombra in una sorta di luce, abbandonando l’inutilità del momento e convincendo ascolto su ascolto.