Pier Bernardi – Re-Birth (IRMA/Music Market)

Potenza espressiva mai conclamata, in perle strumentali che non disdegnano un approccio internazionale, ma anzi si confondono proprio con il senso più ampio di una musica che non ha confini e si perde a vista d’occhio oltre i  territori mentali per come li conosciamo, attraverso un disco grandioso, che si presta da colonna sonora futuribili, ma nel contempo quotidiana, attraverso un sodalizio che vede il bassista e compositore emiliano Pier Bernardi attorniarsi di musicisti del calibro di Martin Kent degli Skunk Anansie, Michael Urbano già attivo con Sheryl Crow e Ligabue, fino alla toccata e fuga di Davide Rhodes nella splendida e ammaliante Grace. Il nostro ci regala un album strutturalmente in bilico tra classico e moderno, sperimentando tecniche apprese nel tempo e perfezionando sicuramente un tracciato, un percorso di vita vissuta che esplode nella sua totale potenza attraverso un basso che quasi si racconta da Bus your hand fino a My eyes are yours, ad accendere di vita e speranza una musica fatta prima di tutto con la passione ed il cuore e ad incentrare il cammino in una conoscenza profonda che sa di rinascita.

BLM – Cardio-Tonic (La Corriera Produzioni)

Disco succulento da assaporare grazie ad un sound poppeggiante che va diretto al punto e non si ferma a confrontarsi con orpelli leziosi, ma piuttosto incanala la lezione di un certo tipo di cantautorato per un’amalgama spettacolare di forza testuale in musica varia e stratificata che trova nel filo conduttore dell’immediatezza il proprio cavallo di battaglia, un cavallo di battaglia che si sofferma sulla quotidianità, sull’istante e in questo i BLM riescono bene infatti in questa terza produzione l’ascoltatore è coinvolto e conglobato all’interno di un tempo dilatato, ma che guadagna nella dimensione domestica, nella dimensione di tutti i giorni la forza per procedere e per andare avanti, si pensi a pezzi come l’apertura lasciata a Mi vuoi bene o l’irriverente Faccio Sport per passare alla triste realtà di Palme di plastica o alla cover riuscitissima di Un’estate al mare il tutto condito da spruzzate di allegria contagiosa, ma mai banale, con l’intento, in primis, di comunicare all’interno di quella scatola a compartimento stagno chiamata omologazione un messaggio chiaro e quasi rilevatore nei confronti di una società che vede nella spersonificazione una reale deriva, un messaggio però che i nostri riescono a comunicare uscendone vittoriosi.

Collettivo Ginsberg – Tropico (L’amor mio non muore/IRMA)

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Danze tropicali che amalgamano vissuti e si stagliano fino in profondità, dentro alle nostre vene, per farci ballare contaminati dal suono poliedrico di questa band capace nel confezionare una prova multisfaccettata ad alto tasso emotivo, che non risparmia nulla, anzi si dona prepotentemente nel fondere assieme diversi generi, diverse culture di terra e di mare in un cerchio caleidoscopico che grida la sua presenza e ci fa entrare al proprio interno.

La band romagnola, dopo tre anni di silenzio, ritorna con un disco che un solo ascolto non basta per capirne i livelli di scrittura, un disco si per ballare, ma un disco allo stesso tempo stratificato, che unisce la lezione del funk con il mambo voodoo, passando per una musica più tradizionale e mediterranea fino a conglobare samba spruzzata di nero; un mix emozionale che conquista sin dalle prime battute e ci dona la possibilità di fare nostra l’occasione di una vita, un giro completo attorno al mondo percependone il profumo e soprattutto i colori.

Un albume emozionante, composto da dieci tracce ritmate, da Con due monete fino a Danza Macabra, testi cut-up che racchiudono il mistero nello scoprire una band che fa della mescolanza cromatica il proprio punto di forza; tra Battisti, Jannacci e Dalla, un disco registrato in analogico che con piglio anacronistico ci infoderà la forza per ballare ancora.

BoomBoomBabylon – DuePuntoZero (IrmaRecords)

Secondo album per i BoomBoomBabylon che si staccano dal precedente per sonorità e compiono il passo di sperimentatori di un’elettronica suonata e sintetizzata con cantato in italiano efficace e convincente.

Portatori di un suono che si fa dub in certe occasioni, il crocevia di stili che si presenta è un sinonimo di capacità espressiva a lungo sperimentata e compressa, un’esplosione di capacità, stile e perché no anche eleganza.

I racconti presenti nelle canzoni sono piccoli drammi quotidiani che si intensificano nelle profondità del cuore umano nei pezzi finali, quasi a chiedersi, a domandarsi un modo migliore di vivere nell’assenza e nell’abbandono.

Dopo On quindi è il tempo di cambiare abito per i piemontesi, costruendo una formula riuscita, per un duo che è stato protagonista in apertura di Casino Royale e Africa Unite.

Si parte con il singolo Salvami lanciato da un efficace video, passando per la corale Non so chi sei e sottolineando il concetto del disco negli amori confezionati di Non una parola.

Le tinte si accendono con Ti ucciderò per poi andare diritti a toccare le corde di profondità inesplorate con Dipingi l’anima, in chiusura le sperimentazioni sonore di Sono dove sei tu.

I BoomBoomBabylon con DuePuntoZero sono riusciti a creare un disco dei nostri tempi, un disco che parla di certezze non raggiunte e di difficoltà esistenziali che parlano di Noi, un album che è fonte di rinnovamento e reazione, un disco del nostro trascorrere e del nostro stare in vita; contro quell’idea che ci associa sempre più a rami trasportati dalla corrente, in attesa della prossima alluvione.