LePuc – Io secondo Woody (Apogeo Records/Edel)

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Cantautorato sognante e ispirato che coniuga alla perfezione la descrizione di immagini di vita vissuta con parallelismi soggettivi che si fondono con la realtà che ci circonda in una prova di gusto estetico mai conclamato, ma piuttosto pensato, parlato e non gridato in concomitanza con la ricerca di un proprio stile, di un proprio modo atto a raccontare parte di un io emozionale che si concede ai flutti della memoria e ci consegna racconti musicati che entrano facilmente nella testa riconoscendone similitudini e intraprendenza, caparbietà  e desiderio continuo di trovare la propria strada. Giacomo Palombino, in arte LePuc, registra una prova che ha il sapore del folk passato, dall’ironia di Gaber, passando per Dalla fino ad arrivare ad un più attuale Samuele Bersani il tutto condito da strumenti a fiato mai pomposi, ma piuttosto amalgamati a creare una comunione d’insieme che si esprime già nelle prime tracce del disco. Stupendi i pezzi Camilla non ci ucciderà e Bicchieri di carta come nel finale  capacità qualitative interpretative si possono ascoltare in canzoni come Mario o la cangiante Ricordami di me. Un disco omogeneo quanto basta per creare un filo conduttore con la nostra memoria e il nostro tempo rubato, un vagone di esperienze che porta lo stesso cantautore a guardare l’alba da diversi punti di vista, baciato da quel raggio di sole che segna l’inizio dell’Estate.