LIBRI ILLUSTRATI – Christopher Cheng/Stephen Michael King – Panda e topo (Nomos Edizioni)

Titolo: Panda e topo

Autore: Christopher Cheng/Stephen Michael King

Casa Editrice: Nomos Edizioni

Caratteristiche: cartonato, 32 pp., colore

Prezzo: 16,90 €

ISBN: 9721259580832

Prendersi cura dell’altro attraverso le peripezie della vita con uno sguardo capace di andare oltre la consuetudine, per accarezzare, con inusuale bellezza e facilità di comunicazione, un punto di vista che trova nell’amicizia e nella condivisione un’unicità di costruzione che va oltre l’inglobante contemporaneità.

Una storia di amicizia e meraviglia. Una delicata introspezione a comporre un quadro di relazioni che chiede di essere ascoltato, ammirato, capovolto nel nostro stare e contemporaneamente gettato nel mare mosso dei rapporti interpersonali, a spiegare, con la semplicità, ciò che sembra un intricato labirinto di emozioni.

Panda e topo sono amici per la pelle. Condividono ogni singolo momento della propria vita. Topo però si domanda perennemente se Panda sarà sempre con lui, oltre tutte le difficoltà dell’esistere, oltre gli ostacoli che il vivere sa costruire.

Un illustrato chiaro e diretto. Semplice nella forma, impressionante e commovente nella sostanza. Christopher Cheng si dimostra essere un grande scrittore di libri per bambini mentre Stephen Michael King è un poeta delle immagini che riesce a contestualizzare e a rendere uniche le tavole proposte in una sorta di bolla iridescente che profuma di candida consapevolezza nel voler centellinare ogni singolo istante per poi riconsegnarlo al lettore come limpido bagliore percepibile.

Nomos scommette sul senso del gesto e della condivisione facendo uscire in Italia un illustrato che ricorda il fortunato Prima di dormire della coppia Volpe/Proietti. Panda e topo si fa scoperta e intenzione, misura del tempo e inevitabilmente bisogno di scandire le stagioni, il ritmo lento, le domande interpersonali e quel bisogno di rimanere oltre ogni cielo grigio di questa terra.

Christopher Cheng e Stephen Michael King segnano le coordinate per una sorta di costruzione d’amore che sfida l’esistenza e con naturalezza narrativa, sfoderano dal cilindro, un libro che si fa specchio esistenziale da leggere ad ogni età.

Per info e per acquistare il libro:

https://www.nomosedizioni.it/prodotto/panda-e-topo/

 

 

FUMETTI – Pagani/Pluc – Roba da mostri (Tunué)

 

Titolo: Roba da mostri

Autori: Pagani/Pluc

Casa Editrice: Tunué

Caratteristiche: cartonato, colori

Prezzo: 16,50 €

ISBN: 9788867905164

 

Mostri in libertà a ricreare una sorta di magia divertente nel raccontare un’amicizia del tutto speciale, unica e sicuramente capace di veicolare significati oltre le aspettative, prendendo per mano il lettore e portandolo in un mondo strampalato e nel contempo profondo e ben disegnato.

Bello vedere due autori che ho narrato in questo blog tempo fa, cimentarsi con una storia trasversale e fuori dai canoni consuetudinari. Bello scoprire come riferimenti colti, un certo rigore d’insieme e tanta ironia possano convivere in una produzione del tutto genuina, accattivante non solo per un pubblico giovanissimo e reale nel parlare al cuore dei più piccoli di ciò che alla fine risulta essere collante necessario per questo nostro stare al mondo.

Il grande mostro Norbibaci, per gli amici Norb, si ritrova senza lavoro nell’era degli smartphone. I bambini oramai non hanno più paura delle orrende figure del passato. Il nostro protagonista allora cercherà di trovare un nuovo impiego come amico immaginario. Conoscerà Lukas, bambino adottato che teme di essere abbandonato nuovamente. Inizierà da qui una nuova vita per entrambi fatta di conoscenza reciproca e accettazione. Un’avventura vissuta a colpi di risate e momenti di introspezione a trasmettere bellezza da cogliere nella diversità, rendendo l’amicizia punto cardine di un universo da ricostruire.

Nel fumetto di Emiliano Pagani e di Fabrizio Di Nicola il citazionismo aggiunge all’insieme, già di ottima fattura, perle sentite e sicuramente apprezzate. Da Dylan Dog, fino a Goya, passando per la creatura di Murneau e altri personaggi dell’oltretomba, i nostri riescono ad intavolare e a mettere in scena una rappresentazione che trova, nell’originalità, la chiave di volta utile a comprendere il senso reale e il significato raccolto di un fumetto ironico e intelligente.

Edito per Tunué, casa editrice che si occupa soprattutto di graphic novel destinati ai ragazzi, senza però tralasciare la saggistica e il mondo dei fumetti in generale, Roba da mostri è un rincorrere, con leggerezza, contenuti che con l’incalzare delle vicende, diventano sempre più importanti e carichi di quel valore aggiunto che ci rende inevitabilmente persone consapevoli di una quotidianità fatta di legami e relazioni. Un insegnamento quindi raccolto nella parola fiducia ad abbattere i muri delle distanze per creare unione nella diversità. Pagani e Pluc fanno compiere, alla parola paura,  un’evoluzione di spessore che non passa inosservata.


Per info e per acquistare il fumetto: 

https://www.tunue.com/product/roba-da-mostri/

Zi-CKA in the Head – Habit & Changes pt. 01 (Warning Drop)

Zi-CKA in the Head - Habit & Change Pt. 1 [STREAMING] - Rockambula

Disconnesso viaggio sulfureo capace di convogliare la musica dei videogiochi degli anni novanta all’interno di rapide visioni d’insieme che si estendono dal dub e all’elettronica in un’ottica di visione concentrica e sovrapposta del mondo circostante. Disco composito e altamente corrosivo per lo sperimentatore Gennaro Sica, musicista esportato in Inghilterra e capace di prodezze fuori aerea che convogliano all’interno del grande calderone sonoro che ingloba gente del calibro di Massive Attack, Tricky fino ad arrivare alla commistione sentita con l’italianità dei Casino Royale. Un album non di facile assimilazione. Dieci pezzi che studiano l’universo conosciuto e intrecciano passione e sostanza in una sorta di perpetua visione di ciò che sarà. Habit & Changes pt. 01 apre alla scoperta e all’ingegno. Un disco fatto di colori e sensazioni che non passano di certo inosservate.


Per info e per acquistare l’album:

https://warningdrop.bandcamp.com/releases

Sereno Regis – Sereno Regis (LaSaletta)

Sereno Regis, forse qualcuno lo ricorderà per aver creato e dato vita alla band torinese Lisagenetica, ora in veste di cantautore solista abbandona i fasti passati per creare, dando un senso maggiore alla sua ricerca, un disco fatto di pulsazioni introspettive sentite che stupiscono per musicalità e forte capacità di affondare le proprie radici nel cantautorato italiano dei mitici ’70.

Per ampiezza di costruzione il nostro si rifà quindi ai grandi di quel periodo, toccando De Gregori, ma non solo, per linea melodica ricorda Massimo Bubola e sempre rimanendo nell’area veronese anche un altro cantautore che si muove nella scena underground, Stefano Ferro.

Un disco, quello di Sereno, che stupisce per testi che affrontano la realtà con sano senso verista e connotati dalla capacità di entrare a fondo con parole ricercate, ma allo stesso tempo dirette, testi che parlano di amori, di immigrazione, di lavoro, di pezzi di noi lasciati incolti nell’adolescenza.

Regis è un cantautore, un cantautore del popolo che per l’occasione è accompagnato dalla chitarra e dagli arrangiamenti di Fabrizio Barale, già chitarrista di Ivano Fossati e Yo Yo Mundi.

Un disco da scoprire e da non sottovalutare, perché dietro ad ogni nota esiste un mondo, un mondo fatto di sogni e speranze mai abbandonate.

Letlo Vin – Songs for Takeda (autoproduzione)

Un disco solitario che parla di inquietudini passate, vissute e compresse in un album ricercato, dalle sonorità folk ammiccanti al pop d’oltreoceano e coadiuvato da terapie Iveriane passando per lo Springsteen solitario di The ghost of Tom Joad.

Letlo Vin si concede di passare su territori glaciali, riscaldando vibrazioni contorte per scendere a profondità inesplorate e toccando apici di concretezza con cori e controcori e una voce che si innesta gradatamente fondendosi nel migliore Tom McRae.

Songs for Takeda è un album che dichiaratamente esprime un concetto, l’addio di Takeda, messo in atto da tre parti che commuovono e con sospirato sollievo rendono la vicenda viva e vissuta.

Masterizzato da Nick Petersen, il genio che ha dato vita al Mastering di For Emma, Forever Ago di Bon Iver, il disco si presenta come un forte impegno al disincanto narrando passioni e racconti che conquistano fin dal primo ascolto.

Un album maturo e compiuto, che parla di addii o forse di felici ritorni, un ritorno alla pace dell’anima che raggiunge e completa, che si inerpica e scalda.

 

Beatrice Antolini – Vivid (Qui base luna)

Ascoltare questi dischi ti fa capire che forse stiamo raggiungendo una perfezione che va ben oltre la capacità di investire denaro e tempo per creare un prodotto finito ad alti livelli.

Qui si sta parlando di una cura maniacale ad ogni singola nota, ad ogni singolo istante che Beatrice Antolini vuole raccontare, perfezionando i precedenti e dando quel qualcosa in più che forse è molto difficile da trovare in altre formazioni/cantautrici.

Come in una fotografia si lascia il territorio nazionale per percorrere strade che sono lontane da noi, dal sapore extraeuropeo, delle volte si possono sentire echi medio orientali che ti entrano e non ti lasciano più fuggire,tanto la proposta si fa variegata, quanto la ricerca del mood eccellente è presente in ogni traccia.

Beatrice suona di tutto e lo sappiamo, già musicista con A toys orchestra e presente nella compilation Il paese è reale di Manuel Agnelli e co., la cantante si insidia in modo preponderante già dalle prime battute in PineBrain, passando per l’orientaleggiante Vertical love, echi lontani si ascoltano in Taste of all arrivando alla perfezione sonora in Vibration 7, si scherza poi in My name is an invention chiudendo con sonorità Bat for Lashes in Happy Europa.

Lo scarabeo si insinua lentamente dentro il tuo corpo cambiando colore, come in una mattina di sole il tuo sentire si trasmuta dando forma ad un arcobaleno di pensieri sinceri, che si possono condividere e che fanno di te una persona migliore.

Un disco elegante, ben suonato, sicuro e destinato a diventare uno dei più bei dischi del 2014.

DadaTra – Sequoya (Autoproduzione)

Un album affascinante e suadente, una camicia aperta in piena estate che raccoglie ogni sorta di soffio di vento, questo è Sequoya il nuovo album dei DadaTra promettente band che dopo numerose esperienze soliste dei vari componenti decide nel 2010 di fondere il proprio suono in unico esperimento musicale.

Esperimento riuscito seg1359548442_Dadatra-coveruendo le orme lasciate soprattutto da Jeff Buckley e i Cousteau.

I componenti sono Camillo Achilli al basso elettrico, Stefano Battiston alla voce, chitarra e tastiere, Corrado Campanella alle chitarre, Stefano Gilardone alla batteria e gege Piccolo alle chitarre.

Sequoya è una continua ricerca, da testi e musiche lontane con cantato in inglese, fino alle radici più profonde del cantautorato italiano che inonda prati di un folk verdeggiante.

I 5 mutano stile in ogni brano toccando vertici di prog-rock in canzoni come la bellissima “Percepitium” o tocchi di vena pop-rock come nella “Greiseggiante” 1000 Street.

Arpeggi di disincantata maestria si ascoltano in “Di pancia vestita (Marta)”, mentre la chitarra di Clapton incontra Demis Roussos in “Oltre”.

“Recovery signs” è una classicheggiante melodia rock, tranne il ritornello che porta appresso canti e controcanti degni di un grande gruppo gothic-rock.

“Grand Wormwood” precede il capolavoro di “Afa” una ballata malinconica dal gusto dolceamaro in cui “dare la voce a un colore” è divenuta essenza vitale.

L’album si chiude con le chitarre sferzanti di “The golden ass” brano in cui il miglior rock seventy incontra gli anni 80 per un finale in dissolvenza.

Una prova sicuramente molto matura sotto numerosi punti di vista: cambi di ritmo, tonalità, sonorità; la facilità con cui i Dada Tra passano da un genere all’altro è notevole e sicuramente ammirevole, un album che porta con se personalità e dolcezza, melodia e dissonanza, una prova che merita di essere ascoltata più e più volte per comprendere appieno il loro modo di vivere. E scusate se è poco.