Lamansarda – Foreign Bodies (IMakeRecords)

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Atmosfere cantautorali in bilico e composte per l’occasione in un folk di matrice americana impreziosito da inserti sonori in divenire, cesellati a dovere e pieni di rimandi ad una scena di qualche decennio fa legata indissolubilmente alla modernità di questi ultimi tempi. Il disco dei napoletani Lamansarda è un tessuto sonoro davvero importante che mescola al proprio interno strutture che ricordano Iron & Wine, Fleet Foxes, The Barr Brothers e qualcosa di Nick Drake e Jeff Buckley, un album intenso e convincente che si esprime al meglio nei legami che intercorrono in un’aperta territorialità che fa del confine qualcosa da abbattere, qualcosa da cambiare oltre le nostre aspettative di corpi estranei sempre pronti a ricucire il nostro di dentro partendo dai legami, partendo dal cuore. L’album dei nostri scava nel profondo già dalla traccia d’apertura Cuckoo fino al gran finale penetrante lasciato a Drunk Meridian, un album davvero maturo e a tratti inquieto, merito di un’orchestrazione che nella sua essenzialità trova un punto di sfogo, un punto di contatto con le cose più belle che portiamo dentro di noi. 


Hide Vincent – Hide Vincent (IMakeRecords)

Grande prova di introspezione sonora che recupera la bellezza dei cantautori americani dell’ultimo periodo da Bon Iver passando per Bonnie Prince Billy, Iron & Wine, Micah P Hinson e intervallando i quadri dipinti in sostanza sussurrata che si avvicina ai mondi descritti nei primi album di Damien Rice o di Tom Mcrae con arrangiamenti eccellenti e qualità che raramente si può ritrovare in un cantautore dei tempi moderni tanto più che il nostro Hide Vincent è italiano e assomiglia per purezza d’intenti a quel Waiting to Happen dei primi Perturbazione. Troppi nomi?Troppe citazioni?Mi fermo allora perché questa musica in sostanza scava l’anima nel profondo e ci fa vedere una parte diversa dentro di noi, una parte in continuo conflitto con il nostro essere, la parte forse migliore da ascoltare. Dischi di un’immensità come questo riescono a farci riscoprire l’importanza nel valorizzare la bellezza che ci circonda in un’assonanza di ballate nel tempo e per il tempo che arrivano come un fulmine a ciel sereno e si trovano un posto sicuro dove stare, là sul filo di una carezza, prima che venga la sera.