La XII notte – Il venerdì dei mostri (Overdubrecordings)

Prendi un banchetto dove chi aspetta sta per compiere qualcosa di favoloso, lucente e allo stesso tempo oscuro, vorace, di quella voracità pronta ad esplodere e  a lasciare in aria tracce di sostanze in decomposizione che si allineano all’idea di grottesco come uccelli che perdono il volo cadendo inesorabilmente a terra.

Prendi ciò che resta da questo banchetto di fine anni ’90: resta il grunge, il post rock, resta il rock nella sua più vera essenza, gridato a squarciagola e sudato fino all’inverosimile, fino alla tenuta di ciò che ora non ci appartiene più.

Prendi poi un gruppo di ragazzi, La dodicesima notte appunto, che mette su questo banchetto tutte le loro pietanze più buone, tutti i loro interessi, con l’intento si smascherare coloro che al banchetto indossano la maschera dell’opportunismo e del qualunquismo.

Ecco allora che tutto è spiegato, svelato, come fosse proprio quella magia che il mago, in tenere età, c’ha rivelato di nascosto in un orecchio, creando uno stato di svanimento misto all’arcano che si è protratto fino ad oggi nel vivere quotidiano.

Il venerdì dei mostri racconta proprio questo, racconta di un mondo che ci vede sempre Sul podio, ma nel contempo ci rende Borderline racchiudendoci in un Vortice che si porta tutto via.

Un disco per il nostro tempo, un disco che in qualche modo ci fa sperare di essere diversi, forse migliori, in attesa che i giorni cambino o meglio in attesa di cambiarli.