Diecicento35 – Il piano B (Autoproduzione)

Ad un primo impatto ho detto: no un altro gruppo che fa rock con una cantante scopiazzando qua e là gli anni ’90, poi ascoltandoli bene i Diecicento35 mi hanno letteralmente stupito e inglobato nel loro mondo dove nulla è banale, anzi la forma canzone, i testi, vengono studiati a tavolino e la musica è complementare ad un percorso fatto di discesa e ascesa, curve sinusoidali si affacciano al vivere in continuo cambiamento e grazie ad un suono fresco, ma ricercato, i nostri compiono l’impresa, per nulla facile in questi anni, di confezionare un disco di matrice puramente rock con un valore aggiunto certamente notevole e dal forte sapore espressivo, grazie ad un comparto tecnico e strumentale ineccepibile e grazie anche ad una sofferenza, mescolata alla rabbia, che traspare dai testi per poesie tuffate nel quotidiano in grado di destabilizzare e confrontarsi con una ricerca stilistica marcata che si muove tra gli inizi sostenuti di Amarinverni, passando per la bellissima Respiro meglio fino a scendere agli spaccati di vita di Non conviene e Matrimoni, ad accogliere nel finale il vento del cambiamento in Passerà, per un disco che raccoglie delle grandi sonorità, ma soprattutto una forte capacità espressiva che racconta una poesia alternative schiaffata nel mondo del pop.