Ant Lion – A common day was born (Ibexhouse)

Contaminazioni sonore per un progetto che vale la pena di essere seguito questo Ant Lion, la cosiddetta formica leone che gestisce geometrie iperboliche di suoni nascosti e celati in contaminazioni bene eseguite che destrutturano la realtà inglobando i nostri pionieri, già artisti della scena toscana come Stefano Santoni dei Sycamore Age, Simone Lanari dei Walden Waltz, Alberto Tirabosco dei Punk Lobotomy e Isobel Blank già Vestfalia in un insieme di quadri affrescati a dovere che, pieni di un’immediatezza diretta e mai banale, si fanno carico di centrifugare le dimensioni del nostro pensiero per gettarle nella nostra realtà in un connubio che incorpora un’avanguardia free jazz legata dal filo invisibile di Bjork e della nostrana Beatrice Antolini, per una pittura d’insieme che ha il sapore del bianco ingigantita dal bisogno di spostamento mutevole. Una musica di certo non banale e capace sicuramente di trovare spazi e valvole di sfogo nel solitario errare dell’originalità con stile, sorseggiando ruvidità di fondo mescolata a qualcosa di dolce, un dolce gusto capace di cullare e nel contempo aprire gli occhi al futuro.

Alessandro Fiori – Plancton (Woodworm/Ibexhouse)

Risultati immagini per alessandro fiori planctonDisco di una forza psichedelica intrinseca capace di scoperchiare le origini del mondo invertendo la rotta verso cui siamo diretti e portandoci in un mondo fatto di creature invertebrate, di fragilità soppesata e lasciata al filo del ricordo ingaggiando una lotta con la propria coscienza che si consuma nell’attimo appena passato e rende al meglio l’idea di disco elettronico, fatto non per piacere al primo impatto, ma piuttosto un album, una manciata di canzoni in grado di scardinare gli ordini precostituiti della canzone d’autore, rivolgendosi al proprio interno attraverso storie che si consumano, che inglobano paura per questo tempo ignoto e incalcolabile, un tempo descritto non come causale temporale, ma piuttosto come azione, momento, attimo di abbandono e ripresa attraverso un comparto musicale allucinogeno e caratterizzato da incrociatori sonori degni del migliore Kid A intersecato alla forza sperimentale di Amnesiac, in un vortice che non segue il filo della ragione, ma anzi, dona la certezza di più e più ascolti per essere assimilato, per trovarci ad un certo punto davanti ad un’opera in grado di raggiungere picchi di elevata emotività in pezzi come Ivo e Maria, tra gli amori di una vita che non c’è più, il terrore della vecchiaia, la paura di morire.