Humus – Non è giusto (Overdub Recordings)

Humus, “Non è giusto”: recensione e streaming

Velocità al fulmicotone ad abbracciare un rock bello spinto che percorre vertiginose altitudini capaci di sposare l’idea di cambiamento partendo da una base sonora in perenne mutamento, una base che diventa necessaria visione per la creazione di ciò che verrà. Gli Humus segnano un confine mai netto con le aspettative del futuro attraversando campi coltivati ad elettricità magnetica e intraprendendo una sorta di viaggio rumoroso dal sapore garage punk ad intessere trame che sprigionano energia ascolto su ascolto. Sono pezzi che non lasciano via di scampo. Canzoni capaci di costruire atmosfere belle sature di memoria e abbandono per un risultato d’insieme che non lascia indifferenti. Otto brani da Offre la casa fino a Cambia voce, passando per Disastro, Qui si decide, Parlami che riescono a veicolare significati, trovando, nella ricerca dell’accettazione personale, la chiave di lettura introspettiva per costruire ciò che ci sarà un domani.

Pollio – Humus (Maciste Dischi)

Io?Drama lasciati alle spalle e il desiderio di rinascere proprio da una terra d’origine che non lascia scampo, ma fruttuosa si contende una nuova vita per contemplare un cantautorato che copre dichiaratamente e musicalmente i vuoti che troviamo nell’era moderna e si innesca a miccia pop proprio quando i territori battuti verso queste aspirazioni si livellano ad un’uniformità di base che nel primo disco solista di Pollio trovano motivo di apertura in stato di grazia, cesellando a dovere le introspezioni passate e consegnando un disco che richiama l’attenzione attraverso un sound brillante che si snocciola e convince sin dall’apertura di Oggi è domenica personalizzando nove brani in un concentrato di follia espressiva ben dosata e insaporita da trovate semplici, ma genuine, cariche di quel qualcosa che forse si chiama amore per la vita o più semplicemente porta con sé l’esemplificazione di nostalgia che in tutta l’ispirazione del momento trova un buon motivo per esistere, per un disco, questo, capace di confondere e spiazzare, un album in grado di far riflettere sull’incostante ricerca di uno spazio di cielo infinito dove poter vivere, ricordando il legame indissolubile con la terra, fertile sviluppo per esigenze future.