Guignol – Porteremo gli stessi panni (Atelier Sonique)

album Porteremo gli stessi panni - Guignol

Suoni completamente diversi che si trasformano da spigolose sferzate elettriche del precedente a musica folk d’autore in questo Porteremo gli stessi panni, una visione concettuale e poetica che prende spunto dal titolo di uno scritto dell’attivista e poeta lucano Rocco Scotellaro e che per l’occasione fa da contenitore al mondo creato da Pier Adduce e dai suoi Guignol. Un mondo musicale dove l’assonanza e la facile rima viene dimenticata in nome di un costrutto esistenziale che si lacera dall’interno e narra di un mondo a tratti decomposto dove gli attimi di vita si fanno essenzialità pesante ed emblematica, un apporto famigliare disgregato e ricucito, infarcito da un lessico di un tempo antico, ma nel contempo fluttuante nell’etere e carico di quel verismo esistenziale che come pugno allo stomaco ammanta l’ascoltatore attraverso visioni e immagini di una campagna in dissolvenza. Padre Mio, Diversi e Opposti, Sei fratelli, 1979 sono solo alcuni dei momenti più alti di questa band in trasformazione. Sdoganamento dell’elettricità quindi per un polveroso guardarsi dentro cercando di rimettere tutto a posto attraverso le lande desolate di un folk blues che con occhi torvi ripensa al passato con vibrante sana rabbia accesa.

Guignol – Abile Labile (Atelier Sonique/Macramè)

La canzone poesia che vibra di suoni e vive di luce propria si staglia con forza nell’immaginario dei Guignol che con questo loro nuovo disco si lasciano andare a elucubrazioni degne della maledizione del poeta cara nella ricerca di un beffardo e qualsivoglia nuovo destino da rincorrere, sussurrare, gridare.

Racconti di vita troppo realisti per essere veri e le coscienze che irrompono come un fiume ad ottenebrare la scena per un disco cupo, dal sapore amaro, a tratti acido nella sua complessa distorsione tesa alla ricerca di un mondo non ancora pronto ad accoglierci, non ancora pronto a sovvertire la scena, ma in grado di narrazioni che fanno da ispirazioni a testi di sicuro impatto che aprono e chiudono il cerchio in un post punk a tratti surreale a tratti ancora troppo vero.

Si omaggia Piero Ciampi, con Il merlo, e si lasciare passare tempo tra un pezzo e l’altro il tempo per la sedimentazione; ora mi manca l’ispirazione insegnami tu merlo una canzone nuova da incidere in sala, fammi tu entrare o animale nel mondo della solitudine del talk show e dell’essere famosi; tutto questo è mai più di quanto attuale possa esserci.

 Undici brani che si sorreggono grazie ad una forte impalcatura non solo sonora, ma anche verbale, che affronta le difficoltà a testa alta e da la possibilità ai Guignol di guadagnare punti a loro favore in un vortice concentrico di pura voracità sonora.