Greta Narvik – Kiruna (Autoproduzione)

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Elettronica che si fonde ai pomeriggi di introspezione, alle solitudini terrene che generano accoppiamenti e giochi di sorte dove potersi intrufolare, chiedere e inoltrare mondi sovrapponendo idee, storie e pensieri.

Sara Fortini con il suo progetto Greta Narvik contribuisce a creare un alternative rock da classifica cantato in parte in italiano e in parte inglese dove i sussurri sono più importanti delle parole stesse, dove a fondersi e confondersi non sono linee vocali pressoché perfette, ma sono vissuti di rara bellezza  e continua ricerca.

In questo piccolo ep di 4 pezzi si possono ascoltare le dilatazioni Mogwaiane fino a raggiungere i vertici dei primi Sigur Ros e l’accattivante proposta in evoluzione del Yorke elettronico.

Greta Narvik ci porta in un mondo tutto suo e ci fa sognare, si perché con questo disco la dolce ballata che ci accompagna fino alla fine è dentro di noi, fa parte di quel qualcosa che non sappiamo ancora definire, ma che ci rende tali e soprattutto veri.

Si parte con l’italiana Cosa senti fino all’apice del disco Ivy passando per la convincente Forse Cerco, finendo con la cauta timidezza di Mask.

Un album che suona lontano, quasi fosse trasportato dal mare, dentro a una conchiglia su di una spiaggia deserta dove a sorridere sono le sparute nuvole.