Giuditta – Giuditta (Autoproduzione)

GIUDITTA: Fuori oggi l'omonimo EP d'esordio

Perlustrazioni cosmiche riempiono spazi di quotidianità attraverso una musica che si abbatte contro gli scogli della vita in un tripudio di buone intenzioni e saliscendi emozionali che non passano di certo inosservati e scandiscono, in modo del tutto personale, un disco, di certo, vissuto. I Giuditta, band bresciana, ci regala un EP fatto di musica popolare che incontra l’indie nostrano per un concentrato autorale di contenuti in grado di veicolare momenti, attimi che non torneranno facilmente. L’omonimo dei nostri si presenta con una sorta di pacchetto da trincea dove sono presenti spiegazioni ed elucubrazioni in grado di far comprendere all’ascoltatore, in una sorta di brain storming non di certo improvvisato, retroscena sulla loro musica e sulle loro intenzioni. Giuditta suona potente e graffiante, alterna momenti meditativi e ispirati ad altri più aggressivi  per un risultato finale che sembra quasi una concatenazione di eventi, un modo unico e prezioso di comunicare.


Circolo dell’ozio Cabalistico – Ronda Notturna/Giuditta (Autoproduzione)

Passi nella nebbia e inquietudine, sogni rivelati e passaggi nell’aldilà che rinchiudono la grazia di rumori soffocanti che si fanno portatori di una voce narrante e fertile, capace di penetrare e lasciare dimora e conforto, raccontando la natura, le forze sovraumane che non sono in grado di trovare una direzione, ma centrano il fondo, si intersecano e fanno si che il mondo continui ad una crescita esponenziale, dove la natura madre e matrigna si lascia a se gli occhi e le gocce di un presente ormai lontano.

Come in un film di Lynch, discostante presenza onirica, i suoni si fanno elettronici e rarefatti, quasi a volersi raccontare, quasi a chiedere il senso di una vita in decomposizione, una musica fluttuante negli abissi, pronta ad esplodere in narrazioni palpabili e presenti, un disco arcano concepito in 2 notti e 2 giorni proprio per non interrompere il flusso, quella continua e presente unione tra forze oscure e musica d’altri tempi.

Un incrocio tra Offlaga e Massimo Volume, narrazioni e canzoni che incontrano i vicentini Nova sui prati notturni e si immedesimano in sonorità post CSI.

Si perché se penso ad una vera e propria reunion dei CSI, ascoltando i COC, posso solo pensare che i possibili veri eredi sono loro e non quella brutta copia del passato portata nei festival da Baraldi, Canali e soci, qui la musica prende il sopravvento in un’evoluzione continua, l’elettronica che segna il futuro per un mondo che non basta mai e quella piccola poesia di luci spezzate, ombre che avanzano e tiepida inquietudine che si trasforma in calore famigliare.