Alex Ricci – Mete (Freecom/Cosmica)

ALEX RICCI - Mete - Radiocoop

Caleidoscopio di suoni e colori ad intrecciare una sorta di cantautorato non troppo meditativo, ma ricco di rimandi sostenibili ad una scena fatta per creare emozioni e comunicare grazie ad un sodalizio unico che affronta una commistione di generi in grado di diventare materia preponderante per la creazione di questo disco. Mete segna una partenza, ma mai un arrivo. Sono buoni propositi, intenzioni, desideri che si fanno punto esistenziale per dare vita a canzoni che non si prendono troppo sul serio, ma cercano un ammiccare pop nel panorama saturo della canzone italiana. Tre singoli, Dimmi, Sempre ti porterò, Difendi con i denti che trasportano l’ascoltatore in territori diversificati a rimarcare, ancora una volta, una sorta di appartenenza con l’universo circostante. Alex Ricci ci regala un album che cerca nella complessità la semplicità vissuta di una vita intera. Un insieme di pezzi, tra cantato e strumentale, diretti in modo impeccabile e suonati con l’anima.


Barriga – Insana voglia (Freecom/Lilium Produzioni)

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Pop condito a dovere in una soluzione fresca e genuina che trova nell’immediato disco dei Barriga un desiderio innato di consapevolezza e facilità, di senso interiore e di parole che entrano dirette senza passare per il Via, ma piuttosto incasellando momenti, incasellando istantanee geografiche di giornate soleggiate e fotografie contemporanee di consapevolezza raggiunta. Il nuovo dei Barriga è leggerezza primordiale, canzoni di facile appeal si disintegrano parlando con la voce dei nuovi ventenni, tra quotidianità sospinta, tra sesso, web, università, amenità varie e desiderio innato di costruire qualcosa che alla fine dei conti possa restare per coloro che verranno. Insana voglia suona veloce, suona con l’intento e il desiderio di disintegrare l’ordine prestabilito pur restando confezionato e relegato in una scatola pop concentrata in soluzione semplici, ma dal giusto tiro e dal facile appeal. Le canzoni si sciolgono nell’istante trascorso da Non puoi toccarmi sul web fino ad Avete rotto i coglioni narrando di libertà e di punti di vista intenzionali e ammirevoli e che in questo disco richiamano al nuovo che avanza inoltrato da un desiderio sempre più forte di far parte di un qualcosa di unico e condiviso.


Massimo Coppola – Cristallino (Freecom)

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Ritrovare la realtà dopo i sogni perduti, dopo attimi di quiete che si trasformano in tormentato pensiero, in tormentata esigenza di rapportarsi ad un mondo in dissolvenza, attraverso parole taglienti, altre volte meditate, rapprese, espulse al suolo e poi riprese ancora una volta per cercare in ciò che resta un punto d’appoggio per costruzioni future. Massimo Coppola ritorna con un nuovo disco. Cristallino è un sapere cogliere l’essenziale della vita dopo numerose disfatte, un modo diverso di riappropriarsi di essa grazie ad un viaggiare onesto e sincero che non delude mai, ma riesce, a livello musicale, a cercare una soluzione, un ponte tra passato e futuro, tra cantautorato meditativo anni ’70 che arriva facilmente a sfiorare il Benvegnù attuale in un viaggio musicale mai banale, ma piuttosto intimo e interiorizzato. In Cristallino c’è la sensazione e il bisogno di ricercare una pace interiore, è il continuo senso di appartenenza ad un qualcosa di grande che permette la costruzione di pezzi come Esterno notte, Rosso, Ri-partenze, Esterno giorno in un perenne vagare oltre la nebbia dei ricordi, oltre la nebbia che ricopre i nostri occhi ogni giorno. 


Han – The Children (Freecom/Factory Flaws)

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Stanze dentro a stanze pieni di rimandi enciclopedici ad un alternative elettronico e sospeso, affilato nel dream pop e nel trip hop in un sostenere una voce sublime nell’ entrare nelle viscere del nostro essere persone quanto tali affermandosi in un bisogno di raccontarsi attraverso pezzi che narrano e si fanno svolta. Han ci regala un esordio importante, quattro canzoni che possono essere anche quattro singoli con le corrispettive versioni riadattate da artisti come i padovani Klune o dal progetto elettronico Safe Shelter, senza tralasciare The Children rivisitata da Daykoda e 1986 da dj Kharfi con il fiorentino Greg Haway. La nostra giovanissima autrice ingabbia le inquietudini di un’età attraverso un’eterea visione d’insieme che ricorda le peripezie di Francesca Amati con gli Amycanbe o gli internazionali Lali Puna dipingendo stanze e affreschi che si fanno narrazione preponderante nel frastuono di ogni giorno, incasellando singolarmente i suoni distinti nitidi e necessari alla costruzione di queste architetture in divenire, quasi mistiche e di certo eleganti nella loro complessità. Bellezze che escono e si consegnano quindi, perle in quantità ridotta da riascoltare in modo ipnotico più volte attentamente.